Referendum, Maroni corre: «Voto unico con le Europee»

Roberto Maroni ha trovato il cavallo da battaglia su cui correre con il centrodestra verso le Europee e non intende lasciarlo fuggire via. Così il presidente rilancia la proposta di un referendum per fare della Lombardia una Regione a statuto speciale. Addirittura in abbinamento alle Europee del 25 maggio. «Il nostro riferimento è la Sicilia. Il modello di statuto della Sicilia dice che tutte le tasse pagate in Sicilia dai residenti e dalle imprese, comprese quelle che hanno sede fuori dalla Regione ma hanno un'attività produttiva in Sicilia, restano in Sicilia. C'è un solo lombardo contrario a questa proposta?». Maroni lancia un appello trasversale: «Mi aspetto che, una volta tanto, tutte le forze politiche della Regione, a qualunque schieramento appartengano, si rendano conto che, se c'è una proposta utile per tutti i cittadini lombardi, debba essere sostenuta, a prescindere da chi la presenta».
Maroni ha già in mente una data: il 25 maggio, ovvero insieme alle Europee, cosa che consentirebbe di risparmiare denaro. In settimana Maroni sarà a Roma per incontrare rappresentanti del governo e in quest'occasione chiederà di svolgere il referendum insieme con le Europee. Lo statuto della Lombardia lo consentirebbe, perché sono sufficienti 30 giorni di tempo dall'indizione del referendum per andare al voto. «Se il consiglio regionale lo approva entro il 25 aprile, ce la facciamo» arringa Maroni. Il problema è che serve una maggioranza dei due terzi dell'assemblea e in questo momento sembra un miraggio. Nonostante il sostegno di Forza Italia e di Ncd e un'iniziale neutralità dei 5Stelle, il movimento di Grillo non sembra intenzionato a cavalcare questa battaglia, perché preferisce concentrare sugli sforzi sul referendum «no euro». Contrario anche il Pd.
Maroni ha scodellato due date alternative, altrettanto simboliche: il 18 settembre, quando si svolgerà il referendum per l'indipendenza della Scozia. «Dovrebbe la Scozia essere uno Stato indipendente?» è la domanda a cui dovranno rispondere gli elettori di Sua Maestà. Oppure il 9 novembre, quando sarà la Catalogna a votare per l'autodeterminazione: nel caso di Barcellona la questione è ancora più controversa, perché la Corte costituzionale spagnola ha dichiarato il referendum illegittimo ma il governo catalano ha fatto sapere che andrà avanti comunque.
Maroni è battagliero anche sul tema delle Province. E critica il ddl Del Rio approvato alla Camera perché non solo è inefficace («non c'è stata un'abolizione delle provincie») ma crea sovrapposizioni in vista di Expo, dal momento che Pedemontana e altre partecipazioni azionarie legate all'Esposizione passano alla Regione: «Questa legge genera entropia e caos istituzionale.

Sono preoccupato anche per i danni all'efficienza: in vista di Expo abbiamo bisogno di non perdere neanche un giorno». Maroni ha annunciato di avere un programma un incontro con sindaci e presidenti di Provincia per «procedere di comune accordo ed evitare che questa legge complichi la via al 2015».

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