Eliminare o dimezzare il listino bloccato, ovvero la quota di consiglieri legati al presidente della Regione, Roberto Formigoni, e che vengono eletti senza competizione per le preferenze. La proposta arriva da Romano La Russa, coordinatore provinciale del Pdl, ma non piace allanima azzurra del partito e trova lopposizione della Lega, che ha addirittura suggerito lipotesi opposta, ovvero fissare a sedici gli eletti sicuri sin dalla presentazione delle liste (al momento sono otto). Lidea conquista invece il Pd, segno che ha un suo appeal trasversale.
Romano La Russa spiega la sua posizione: «Sono contrario allelezione per nomina, spesso si tratta di persone calate dallalto e molti elettori non la prendono bene. Eliminiamo il listino o dimezziamolo. Se il presidente vuole qualche tecnico, va bene, ma non ha senso avere un gruppo di privilegiati e tutti gli altri che corrono». La ragione è politica: «Non dimentichiamo che siamo in concorrenza, sia pur lealissima, con la Lega. E allora più persone vanno a caccia di preferenze e meglio è. Sarà un caso ma durante lanno nei mercati vedo solo i consiglieri regionali, che sanno di dover raccoglier voti. Adesso è più importante destinare il premio di maggioranza a garantire la rappresentanza di tutte le provincie».
Dissente il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Paolo Valentini: «Abbiamo difeso le preferenze alle europee e alle regionali, ma un dieci per cento di eletti con il listino è accettabile. In Toscana hanno addirittura abolito le preferenze! E non dimentichiamo che stiamo parlando in tutto di otto consiglieri su ottanta, se avremo un risultato di coalizione oltre il 61 per cento».
Sulla stessa linea il capodelegazione della Lega, Davide Boni: «Ho sempre corso e non sono mai entrato nel listino, ma sono convinto che sia giusto mantenerlo, perché ci sono uomini che vengono scelti dai partiti perché hanno funzioni particolari. Anzi, noi chiediamo di raddoppiare la quota di eletti certi, portandoli a sedici. La Lega vuole un listino forte con lindicazione del ticket: presidente e vicepresidente».
In sintonia con Romano La Russa è il capogruppo del Pd, Carlo Porcari: «È già in commissione Affari istituzionali una nostra proposta di legge per abolire il listino regionale e usare il premio di maggioranza per recuperare i consiglieri meglio piazzati sul territorio. Inoltre chiediamo che il presidente non possa essere rieletto per più di due legislature».
Il timore di molti parlamentari uscenti è di rimanere schiacciati tra lincudine della Lega e il martello dei consiglieri di Forza Italia. An è forte a Milano grazie a uomini come Pier Gianni Prosperini e Romano La Russa, ma in altre provincie rischia di perdere eletti a favore della Lega. I consiglieri regionali sono ottanta e se fossero eletti tutti con il sistema proporzionale e le preferenze, col gioco dei resti verrebbero recuperati un maggior numero di consiglieri di An e di opposizione che con il listino bloccato, nel quale ad An toccherebbe un solo posto, destinato al capogruppo uscente, Marco Alboni.
Il lavorìo è grande e sono in parecchi ad aspirare al salto da Palazzo Marino al Pirellone. «Un santo in paradiso può non bastare, in casi come questo è più sicuro averne due...» commenta uno dei bene informati della Regione.
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