Il processo del presidente Roberto Maroni in tribunale è stato rinviato al 23 giugno. Ma il «processo» politico è nel pieno del vortice ed è più che mai avvelenato. Su più fronti. Innanzitutto per la nomina dell'assessore alla Sanità e poi per la scelta di convocare la giunta lombarda a Varese anziché al Pirellone.
Sulla sanità Forza Italia è compatta contro la nomina di Viviana Beccalossi (Fratelli d'Italia), molto ben vista da Maroni. Gli Azzurri rivendicano la poltrona e cercano di rinviare la decisione al post elezioni. Ad ostacolare l'incarico della Beccalossi è anche la possibile esclusione della lista del suo partito dalle elezioni comunali, salvo colpi di scena del Tar.
Questione numero due: in Regione è scoppiato il pandemonio per la scelta di Maroni di lavorare in trasferta a Varese, città dove è capolista della Lega Nord. Il Pd lombardo ha presentato una diffida e il segretario regionale Alessandro Alfieri ha pubblicato sulla sua pagina di Facebook il documento con cui si rivolge al governatore, al sindaco di Varese, al garante delle comunicazioni e al Corecom. Nella richiesta sono citate le norme che sarebbero state violate da Maroni in quanto candidato e governatore. «Comprensibile la paura di perdere - commenta Alfieri - ma non può fregarsene completamente delle regole».
Per protestare contro la scelta della giunta a Varese, il presidente della provincia del Varesotto, Gunnar Vincenzi, ha dato buca all'incontro con il governatore. Maroni replica: «Renzi è sempre in tv E poi io non ho violato nessuna regola. Io sono per il fare, mentre gli altri fanno solo polemiche».MaS
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