«Noi della Lega siamo impegnati al cento per cento nella nuova giunta». Così ieri il segretario federale Roberto Maroni ha smentito i sospetti di una partecipazione solo di bandiera nella nuova squadra di assessori presentata lunedì dal governatore Roberto Formigoni. Spiegando che nonostante la richiesta di un'unica poltrona, quella del Carroccio «non è assolutamente una scelta pilatesca». Perché «avere un uomo così importante per il partito come Andrea Gibelli nel posto di vice presidente, significa che noi ci crediamo». Anche perché Maroni rivendica di aver chiesto per lui il mantenimento di deleghe considerate fondamentali come quelle che gli consentono di essere nella «posizione chiave di referente per il mondo produttivo, a cui teniamo molto». Buono anche il giudizio sugli altri, «alcuni li conosco - ha spiegato Maroni - ma sono state scritte cose non vere, tipo che avrei sponsorizzato una persona che nemmeno conosco. Comunque mi sembrano tutte persone all'altezza del compito».
Per il resto la situazione in Lombardia è in grande evoluzione. Perché, secondo Maroni, molto dipenderà dallo scenario politico nazionale. E, secondo il segretario leghista, il governo Monti «non supererà Natale, non arriverà a mangiare il panettone» dal momento che il ddl Stabilità è una legge pessima che aumenta le tasse e fa tagli per 2,5 miliardi ai trasferimenti agli enti locali. Perciò non sarà «sopportabile» dalla maggioranza e da questo dipenderà anche la data del voto anticipato al Pirellone. «Se ciò che dico avverrà, ci saranno elezioni politiche anticipate rispetto ad aprile». Con il chiaro disegno della Lega di accorpare politiche e regionali in un unico election day. Il progetto originario del Carroccio a cui Formigoni si oppone, preferendo urne già a dicembre. Difficile che finisca così. Più probabile l'accordo su una domenica di febbraio. Sicuramente per le regionali, da vedere se anche per le politiche. Ma «dopo questi due giorni di gazebo - ha aggiunto Maroni - sono pronto a qualunque battaglia». L'intesa per una nuova alleanza con il Pdl o con quello che ci sarà al suo posto? Di certo per qualsiasi accordo, con chiunque, «i presupposti sono l'onestà nei comportamenti e l'impegno contro le infiltrazioni della criminalità organizzata».
Per quanto riguarda primarie di coalizione nel centrodestra, Maroni ripete di essere disponibile a correre dopo l'investitura del popolo padano che nel fine settimana gli ha assegnato il 76 per cento delle preferenze. Ma per ora il Pdl tace. «In Lombardia abbiamo fatto la giunta insieme», l'alleanza in Veneto e Piemonte è «salda». Quanto alle indiscrezioni su Silvio Berlusconi che vorrebbe cancellare il Pdl e tornare a Forza Italia, Maroni dice che «in casa Pdl non ho messo becco, io parlo della Lega: noi non abbiamo bisogno di cambiare nomi, non cambieremo la nostra storia».
E dopo aver già organizzato gli Stati generali del Nord a Torino per riallacciare i rapporti con il mondo delle imprese, ora la Lega annuncia per sabato a Milano all'Hotel Melià quelli con il mondo delle libere professioni, «una realtà fondamentale per l'economia, ma troppo spesso bistrattata». Si parlerà di liberalizzazioni, riforme delle professioni, fisco e semplificazione. Conclusioni affidate a Maroni. E a gennaio l'appuntamento è con l mondo dell'agricoltura.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.