Una battuta d'arresto per il registro delle coppie di fatto, fortemente voluto dalla giunta Pisapia. Nei primi cinque mesi le iscrizioni viaggiavano al ritmo di 500 al mese, una su tre suggellava l'unione tra due persone delle stesso sesso. Fiori d'arancio, qualche invitato, non formalmente ma in molti casi non c'è stata grande differenza rispetto alle nozze civili all'Anagrafe di via Larga. Ma nei mesi successivi le richieste sono un pò rallentate, un'ottantina al mese, forse è già passata la moda del momento. E soprattutto sono diminuite le coppie omosessuali che si sono presentate agli sportelli del Comune. Su un totale di 612 coppie che si sono formalmente registrate fino a ieri (entro la fine del mese saliranno a 650 con quelle in prenotazione) i gay sono scesi ad un quarto.
Forse pesa quanto hanno dichiarato per mesi i gruppi del centrodestra, soprattutto quegli esponenti di area cattolica come l'ex capogruppo del Pdl Carlo Masseroli o il consigliere Matteo Forte: «il registro è solo uno spot e se ne renderanno presto conto soprattutto le coppie gay. É un pezzo di carta ma non ha nessun valore legale».
Oggi a Palazzo Marino però l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino affiancato dall'avvocato del Foro di Milano Laura Logli, specialista in diritto di famiglia, e dal direttore del Settore servizi al cittadino del Comune Andrea Zuccotti, presenterà il «Vademecum dei diritti dei conviventi», che sarà consegnato alle future coppie che si iscrivono al Registro e sarà disponibile on-line, sul sito del Comune, per tutti coloro che lo vorranno consultare. Chissà che il cadeaux non aumenti l'appeal (per ora viene consegnato un attestato).
I 1.300 iscritti hanno storie diverse. Si va da coppie di fidanzati poco più che ventenni ai due uomini di quasi ottant'anni ciascuno che hanno passato una vita insieme sperando (almeno) in un pezzo di carta che sancisse la loro unione. E si accontentano dunque dell'iniziativa del Comune. Ci sono avvocati, giornalisti, liberi professionisti.
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