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Regolarizzare il Leoncavallo, anche il Pd contro Pisapia

É scattato il pressing del sindaco per regolarizzare il Leoncavallo. Ad aprile «scade» lo scambio (in gergo tecnico la permuta) di due immobili comunali, l'ex scuola di via Zama e un palazzo a destinazione popolare realizzato nel 2003 in via Trivulzio, al gruppo Cabassi che è proprietario dell'immobile di via Watteau occupato dal centro sociale. L'accordo è stato approvato in giunta a fine luglio e da allora è scattato il countdown, il Consiglio deve votarlo entro fine aprile o si riparte da capo. Ma al centrodestra che minaccia ricorsi alla Corte dei Conti e alle perplessità manifestate anche dal presidente dell'aula Basilio Rizzo (Sinistra x Pisapia) Giuliano Pisapia è sotto il fuoco amico anche di parte del Pd. Su Pd-Città Mondo, il circolo on line lanciato dall'ex assessore Stefano Boeri, il tesoriere Mauro Marchionni ha pubblicato ieri un duro intervento che poteva essere scritto firmato da Lega, Forza Italia o Fdi. «La delibera - attacca - è stata presentata come la soluzione per risolvere un problema assai sentito in città con un vantaggio economico per il Comune che avrebbe avuto anche in cambio un centro polifunzionale di 375 metri quadri. Questione di punti di vista. Non si sa chi metterà a norma riscaldamento, impianto elettrico, servizi rendendo la struttura utilizzabile visto che la relazione che accompagna la valutazione dichiara che buona parte dell'immobile è inagibile. Non si parla di un bando pubblico per l'assegnazione, Ci sarà un cambio di destinazione d'uso? Gli affitti mai pagati finiscono nel dimenticatoio o saranno riscossi? Si dice che gli stabili comunali in permuta erano vuoti ed inutilizzati. Ma perché allora non darli al Leonka liberando via Watteau? Forse il gruppo Cabasssi di un immobile industriale in città non se ne faceva nulla visti gli elevati costi per il cambio di destinazione d'uso e i costi di manutenzione». L'esponente locale del Pd conclude che su tutti questi dubbi «ci piacerebbe discutere con pacatezza per il bene della città e prima che l'opposizione blocchi tutto con ricorsi facendoci fare una figura barbina.

Ora dopo mesi di silenzio la giunta ha fretta, il sindaco ha detto che non gli interessa avere l'unanimità. Alle obiezioni sentiamo rispondere con fastidio che ne ha “discusso con il vostro partito che è d'accordo, voi cosa volete?”. Un modo obsoleto di pensare alla politica».

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