Cronaca locale

"Rendo omaggio a papà Enzo che è ancora il re dell'Ortica"

Paolo Jannacci visita per la prima volta il suo murales e presenta il live all'Arena: "Con lui non c'è confronto"

"Rendo omaggio a papà Enzo che è ancora il re dell'Ortica"

Come i volti dei giocatori argentini o brasiliani sui muri dei quartieri popolari dove sono cresciuti. Perché se la strada diventa un romanzo, è giusto che i volti di chi ha saputo raccontare quella storia appaiano in risalto, proprio come in una quarta di copertina. Il quartiere dell'Ortica dal 2015 per mano dell'artista milanese Wall-E in collaborazione con l'associazione Or.Me Ortica Memoria ha regalato alla città a due passi da via San Faustino al civico 5, al Circolo dell'Ortica - un murales dedicato ad alcuni grandi cantori di Milano, tra cui Enzo Jannacci, cantautore e poeta stralunato (ma anche medico, che proprio in questa periferia orientale di Milano operava) di una milanesità che ancora resiste - perlomeno in musica, perlomeno nei ricordi di chi vuole ricordare - contro i colpi della globalizzazione. Ieri sera, per la prima volta, il figlio Paolo Jannacci si è recato ad ammirare il volto «del papà», come milanesamente lo chiama lui.

«Faceva il palo nella banda dell'Ortica, faceva il palo perché l'era il so mesté», cantava Enzo. Il problema, lo sanno tutti, è che il Palo era sguercio e dunque «lui era fisso che scrutava nella notte, l'ha vist na gota, ma in cumpens l'ha sentu nient, perché vederci non vedeva un autobotte, però sentirci ghe sentiva un acident». La Mala e Milano hanno vissuto insieme in tante canzoni, ma in questa -composta nel 1966 da Jannacci a quattro mani con Walter Valdi è una surreale ironia a vincere su tutto: a emergere è una Mala pasticciona, dai modi rudi ma certo non ancora smaliziata e violenta come quella che sarebbe esplosa in città nel decennio successivo, in quei Settanta più ruvidi, arrabbiati, cinici, ideologizzati. In una parola, più cattivi. Si poteva fare il Palo, essere sguerci e far finire dietro le sbarre tutta una banda, nella Milano in bianco e nero, nebbiosa, evocata da Enzo Jannacci, ma in fin dei conti non si rischiava nemmeno una punizione. E proprio a due passi dall'Ortica, all'Arena Milano Est del Teatro Martinitt, Paolo Jannacci è atteso domenica sera col suo quartetto, per un concerto costruito sul suo nuovo album «Canterò», il primo di inediti per lui, e sulle canzoni di papà Enzo.

«Che ricordi casalinghi ho di questa canzone? spiega Paolo La difficoltà di esecuzione insieme a papà, preparando i concerti: tre tempi diversi, tre momenti teatrali diversi, un percorso a ostacoli. Da musicista, è una vera impresa». Il volto di Enzo, sui muri dell'Ortica, commuove: «Questa dell'Ortica e di Wall E è una manifestazione di grande affetto. Questo quartiere celebra così' la sua storia. Suonare all'Arena Milano est a due passi da qui mi emoziona in modo indescrivibile».

Nessun timore di confronto con Enzo: «Mai avuto problemi a ricordare papà, anzi amo celebrarlo nei miei concerti: tanta gente viene per ricordarlo e di confronti non ne temo perché non possono essercene».

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