Renzi a Milano per Expo Ma torna l'allarme conti «Altri 60 milioni di buco»

Il premier mercoledì presenta il progetto big data Il centrodestra: debiti maggiori di quanto dice Sala

Renzi a Milano per Expo Ma torna l'allarme conti «Altri 60 milioni di buco»

Maria Sorbi - A novembre il premier Matteo Renzi era arrivato a Milano per dare la sua «benedizione» a Giuseppe Sala e aveva messo il cappello sul progetto del post Expo, annunciando un polo tecnologico che coinvolgeva le eccellenze italiane (ad esclusione di quelle milanesi). Lo aveva fatto senza che il Governo facesse parte della società delegata a dare una seconda vita al polo di Rho. Ora che anche lo Stato ha ufficialmente il suo 40% di Arexpo, Renzi torna. E mercoledì presenterà «il secondo step del progetto Expo che farà dell'Italia nei big data il paese guida». Un secondo step che, stavolta, pare sia stato concordato anche con i rettori delle università milanesi (Statale, Bicocca, Politecnico). E che potrebbe finalmente dare un'accelerata sui piani per il sito di Rho. Mentre si progetta il futuro del Decumano, restano ancora parecchi i punti d'ombra sui bilanci degli anni passati. E si fanno sempre più forti i dubbi che, quando a marzo verranno presentati i numeri definitivi, il buco sia più pesante del previsto. Il capogruppo del Polo dei milanesi Manfredi Palmeri, che ha trascorso ore ad analizzare le carte per scoprire «ciò che Sala non dice», sospetta che i debiti ammontino a 60 milioni di euro. «O forse anche di più - precisa - Bisogna tener conto anche dei crediti che mai verranno riscossi da alcuni padiglioni». «Per il 2016 - denuncia Palmeri - c'è ulteriore caos e allarme rosso sul conto economico di Expo, con rilevanti aspetti patrimoniali anche per i soci, che saranno obbligati a intervenire con per coprire l'enorme fabbisogno. Abbiamo scoperto che per quest'anno mancano almeno 60 milioni, dato a quanto pare riferito al solo primo semestre. Questa è l'ipotesi più benevola perché ci sono diverse partite incerte e potrebbero essere portate ulteriori poste a perdita». Il calcolo si basa sulla somma dei 20 milioni di costi per la chiusura aziendale, di cui solo 9 per il personale, più 40 milioni per lo smantellamento, di cui 11 solo di oneri per rimozione padiglioni, 6 per interventi e 10 per sicurezza e altre operazioni di cantiere. «Nei prossimi mesi - denuncia il consigliere - solo Comune e Città Metropolitana dovrebbero così versare 15 milioni nell'ipotesi remota che si ribaltino 10 milioni su Arexpo, altrimenti molto di più. A che cosa e a chi li toglieranno? Aumentano ancora le tasse o riducono ancora i servizi?». Si tratta di numeri teorici, da accertare. E questo sarà uno dei compiti principali della commissione d'inchiesta su Expo richiesta dai consiglieri comunali la scorsa settimana e oggi al vaglio del voto del Consiglio Comunale. L'aula ne approverà l'insediamento e la prima riunione si potrebbe tenere già nei prossimi giorni. All'ordine del giorno - per altro con una certa urgenza - i numeri (veri) del bilancio. Che per ora si basano su ricostruzioni parziali. «Quella di oggi - sostiene Riccardo De Corato (Fratelli d'Italia) è un'opportunità unica per chi vuole trasparenza e ritiene di non essere soddisfatto dalle affermazioni di Sala e dello stesso Pisapia.

Monguzzi, Gibillini, i seguaci della Balzani e di Majorino hanno l'occasione per garantire al Comune e ai milanesi la possibilità di vederci chiaro. Anche una parte del Pd e della sinistra chiede risposte e si è indignata».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica