La delibera è di dicembre, ma i primi effetti si sono fatti sentire in questi giorni. Come un fulmine a ciel sereno, infatti, è arrivata alle famiglie dei disabili che frequentano i 40 centri diurni disabili della città, il raddoppio della retta, con la richiesta di pagamento degli arretrati delle tariffe maggiorate dal 1 gennaio, entro mercoledì. Da un costo a pasto di 2,60 euro si è arrivati a un retta mensile di 106 euro per i disabili gravi e gravissime con prolematiche fisiche e cognitive, per la frequenza dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 16, per Isee superiore ai 6mila euro.
La tariffa non solo è raddoppiata, ma il rischio è che diventi inaccessibile per queste famiglie che potrebbero addirittura rinunciare a frequentare il centro, per loro fondamentale. Durante la discussione del piano Welfare 2020 in municipio 4 il gruppo della Lega ha chiesto il congelamento della delibera per poterla discutere, ma l'emendamento è stata bocciato, mentre il successivo ordine del giorno ignorato. A cosa servono i municipi allora? «Non solo l'assessorato raddoppia le tariffe a una delle fasce più deboli della popolazione - tuonano Rita Cosenza e Gianluca Boari, consiglieri della Lega nel municipio 3 - ma addirittura mettono termini e scadenze così stringenti per famiglie che faticano a mettere insieme cene con pranzi. è vergognoso.
Intanto i municipi regalano eventi, corsi di ginnastica rassodanti a cittadini che potrebbero pagare, feste e festicciole alle associazioni amiche. Perché i municipi non iniziano a spendere il loro budget per pagare le rette dei centri diurni disabili?».MBr
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