Riaprire i Navigli piace ai commercianti Ma attenzione ai disagi

Milano più bella e attraente per l'83 per cento Sì a far circolare persone, scettici sulle merci

Sabrina Cottone

Antico e moderno, il fascino dei grattacieli che si riflette nei canali. Un sogno? Forse è ciò di cui ha bisogno Milano per continuare a guardare oltre. E i lavori della prima fase per trasformare Milano in una città d'acqua potrebbero partire tra un anno. L'idea di un nuovo referendum dopo quello del 2011 sulla riapertura dei Navigli sembra essere stata archiviata dal sindaco, Giuseppe Sala, che pensa all'«udienza o al dibattito pubblico». Difficile dire se è uno strumento sufficiente per un'operazione che, in totale, costerebbe 500 milioni, se si decidesse di non aprire solo qualche canale per far piacere ai turisti ma di collegare davvero la Martesana alla Conca di Viarenna. Nel maggio 2017, in campagna elettorale, Sala aveva detto: «Non è la priorità, può far paura ma ha un grande fascino».

Intanto il fascino dei Navigli è stato testato dall'Ufficio Studi di Confcommercio Milano, in quel che può essere considerato un piccolo dibattito pubblico. E per l'83 per cento degli intervistati Milano sarà più bella e attrattiva. «Riaprire i Navigli è un passaggio molto importante e positivo per Milano» dicono. E ancora «La città diventerà più bella e dunque più attrattiva, con benefici diretti e indiretti per una parte rilevante del mondo delle imprese». Al sondaggio web dell'Ufficio Studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza in due giorni hanno partecipato 810 imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi.

Come è ovvio, preoccupano i disagi. E l'opinione è divisa a metà tra chi sostiene che, prima di iniziare i lavori, sarebbe meglio ultimare i cantieri della Metropolitana 4 e chi, invece, vorrebbe procedere in contemporanea. C'è da dire che in passato, i progettisti avevano parlato della possibilità di utilizzare gli scavi della M4 per i lavori di riapertura dei Navigli e questa sarebbe un'opzione più economica e razionale.

Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, è ottimista ma pragmatico: «Riaprire i Navigli è un sogno possibile che può migliorare Milano. Ma è anche una sfida lunga e difficile che va affrontata chiarendo bene vantaggi e criticità per cittadini e imprese. In ogni caso il progetto di riaprire le vie d'acqua ha già il grande merito di delineare un nuovo futuro per Milano che si conferma una città capace di visioni concrete e cambiamenti profondi».

Positiva la valutazione delle imprese sull'utilità del riaprire i Navigli: forte convinzione per oltre il 70 per cento. L'11 per cento rimane contrario. Sui vantaggi che ne deriverebbero per l'impresa (la possibilità di risposta era multipla): l'attrattività migliorerà dove ha sede l'impresa (7%) e per l'intera Milano con vantaggi indotti per l'attività commerciale (31%). Previsti benefici per l'ambiente, con meno traffico e inquinamento (22%). Il 39% ritiene, al contrario, che non vi saranno particolari vantaggi.

Interessante anche la possibilità di trasportare turisti sull'acqua (48%). Più difficile l'ipotesi del trasporto merci sui Navigli dato che le conche per superare i dislivelli rallentano i tempi di navigazione e non rendono competitivo il trasporto merci sui Navigli rispetto ad altre opzioni.

Ad avere paura dei disagi sono soprattutto alcuni imprenditori del centro città.

La loro preoccupazione riguarda l'avvio dei lavori dei Navigli in Area C, già penalizzata dai pedaggi e dai lunghi scavi per la metro, almeno in alcune zone, e sottolineano che occorrerebbe conoscere meglio il piano dei cantieri e i tempi previsti dal cronoprogramma per questo nuovo sogno mai sommerso che si chiama Navigli.

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