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La ricetta Parisi per Milano: «Meno tasse sul commercio»

Sconti sulla Cosap e meno burocrazia per rilanciare le attività economiche E sulla Darsena: «Bella, ma va gestita»

Chiara CampoStefano Parisi posa ironicamente vicino a una delle «mucche d'artista» che anni fa invasero le strade di Milano. L'associazione del Naviglio Grande, che riunisce commercianti e cittadini della zona, ne ha piazzata davanti alla propria sede, «rappresenta come ci siamo sentiti trattati in questi anni dalla giunta Pisapia, spremuti» è lo sfogo del presidente Alberto Fedetto con il candidato sindaco del centrodestra, che ieri ha fatto un sopralluogo in zona accompagnato dal coordinatore provinciale della Lega Davide Boni e il consigliere Massimiliano Bastoni. Esagerazione? L'associazione organizza 15 mercatoni dell'antiquariato all'anno e due fiere dei «fiori e sapori». Pisapia poco dopo l'insediamento ha rivisto il regolamento della Cosap, «la tassa per l'occupazione del suolo pubblico per noi è schizzata da 3mila a 20mila euro per ogni manifestazione. Dopo sei mesi di proteste è scesa a 11mila euro, ancora troppo alta». L'associazione reinveste fondi in luminarie natalizie, contributi per le scuole pubbliche del quartiere. «Fate un servizio alla città, non dovreste essere tartassati» ammette Parisi. Che più tardi spiega: «Uno sconto del plateatico è logico, la riduzione delle tasse vuol dire aumentare opportunità di affari e aprire nuovi negozi che col loro sviluppo aumentato anche il gettito nelle casse dell'amministrazione. É un errore dal punto di vista economico e non solo politico imporre livelli di tasse che bloccano le attività commerciali». Passeggiando lungo il Naviglio incrocia venditori abusivi, i residenti lamentano una movida incontrollata in Darsena e il vicolo dei Lavandai, un simbolo di Milano, è imbrattato ma dopo 6 mesi di segnalazioni il Comune ancora non ha risolto il rebus delle competenze. «Se non lo fanno prima vengo a pulirlo io - provoca Parisi - sarebbe un'azione dimostrativa, ma è assurdo che uno degli angoli più suggestivi e fotografati della zona rimanga in queste condizioni». Ribadisce invece che «la sicurezza è il primo problema a Milano, chi lo sottovaluta - e la frecciata è rivolta allo sfidante Beppe Sala - e non lo considera prioritario sbaglia, deve parlare con le persone». La Darsena è rinata ed è stata «l'unica opera buona fatta da Pisapia», l'ex sindaco Albertini aveva approvato il progetto per un parcheggio interrato ma «sarebbe stato un errore. Le belle opere però non vanno solo realizzate ma gestite, se la Darsena è un luogo bello ma diventa un incubo per i residenti on va bene». Dobbiamo rivitalizzare le piazze ma garantendo pulizia, decoro, sicurezza». Una regola che vale anche per il centro, oggi deserto la sera: «Dobbiamo fare regia, favorire iniziative, mercatini organizzati dai privati, loro investono e noi togliamo vincoli fiscali e burocratici».Parisi oggi sarà in piazza San Carlo con Giorgia Meloni alla presentazione della lista di Fdi per le Comunali, anche questa volta ci sarà un toco di giallo nel simbolo. Così è stato per «Milano Popolare», la lista centrista che - ha polemizzato Forza Itali a- rischierà di confondersi sulla scheda con quella civica di Parisi. «Il giallo è il colore della campagna di Parisi - risponde il candidato - poi chiunque lo può usare. É inutile avere una lista civica che prende un sacco di voti e i partiti indeboliti. Ma deve essere chiaro che quando si vota Milano Popolare si vota Maurizio Lupi».

E sul corteggiamento di Sala all'area Cl, «c'è ma sono dinamiche elettorali normali - i ciellini non sono più un esercito organizzato». Pisapia ha alzato paletti a Sala. «Non sarebbe bello - avverte Parisi - che chi oggi prova a candidarsi con il centrosinistra poi tra un pò virasse verso il centrodestra».

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