Cronaca locale

Riecco i Legnanesi: «Maschere moderne come Arlecchino»

«Non ci resta che ridere» è il nuovo show della celebre compagnia orfana di Destrieri

Ferruccio Gattuso

Si guardano Milano dall'undicesimo piano del palazzo Regione Lombardia ed è come se cercassero i confini del proprio «regno». I Legnanesi sono figli di questa terra, da ben settant'anni. E proprio per questa ricorrenza la Teresa, la Mabilia e il Giuseppe sono saliti fin quassù, tra mura istituzionali. Sono quattro i solidi motivi per festeggiare quell'avventura cominciata l'8 dicembre 1949, con la prima recita della compagnia guidata da Felice Musazzi nell'oratorio di Legnarello: un libro, uno spettacolo teatrale, un film e un cd. Il primo, pubblicato senza fini di lucro da Regione Lombardia, è 70 anni di risate: stampato per ora in sole mille copie, verrà distribuito gratuitamente agli spettacoli.

«I Legnanesi hanno accompagnato la storia della Lombardia, dalle fatiche del dopoguerra alla globalizzazione attuale - spiega l'assessore alla Cultura Stefano Bruno Galli - Hanno nobilitato e attualizzato la lingua delle cascine. E di fronte a questo settantesimo non potevamo restare indifferenti».

Alla parola scritta seguono i due progetti di immagine, il nuovo spettacolo teatrale dei Legnanesi - Non ci resta che ridere, per la regia di Antonio Provasio e coreografie e costumi di Enrico Dalceri - atteso al Teatro della Luna dal 31 dicembre all'8 marzo, e il film Non è Natale senza panettone, diretto da Marco Limberti, atteso su Rete 4 in prima serata durante le feste natalizie. Lo spettacolo teatrale - di tradizione un mix perfetto tra comicità e grande rivista - è una lunga tenitura di più di cinquanta date (dal mercoledì al sabato ore 20.45, domenica ore 15.30, ingresso 59-26 euro, info 02.48.85.77.516) che rende il palcoscenico di Assago la «vera casa dei Legnanesi». Il loro spettacolo rappresenta da molti anni un appuntamento natalizio evergreen.

«La nuova storia sarà un viaggio nel tempo - spiega Antonio Provasio alias Teresa - Partiamo da Leonardo da Vinci e arriviamo alla Prima guerra mondiale, da Parigi e dal dipinto della Gioconda fino al 1918, in un ospedale da campo militare. I Legnanesi decidono di rubare il celebre dipinto, che però si rivela una porta temporale». Costumi e coreografie ricchissimi: «Il primo atto finirà con un numero di cancan su ritmi dance moderni, dedicato alla Francia. - spiega il coreografo Enrico Dalceri alias Mabilia - Nel secondo tempo ci sarà spazio per una dedica a tutte le mamme del mondo, sulle note del celebre brano Mamma son tanto felice. Per questo spettacolo ho recuperato un storico costume realizzato sessant'anni fa da Tony Barlocco, con una coda di perline lunga quattro metri. I boys danzanti, un nostro classico, saranno tutti in smoking».

La novità più clamorosa? L'addio al ruolo dello storico Giovanni da parte di Luigi Campisi e l'arrivo del più giovane Lorenzo Cordara: «Teresa, Mabilia e Giovanni sono maschere moderne, come lo erano in passato Arlecchino e Pulcinella. Calarsi nel ruolo di Giovanni Colombo impone di seguire regole precise, ma poiché sono attore da vent'anni, col tempo saprò dare un contributo sempre più personale al mio Giovanni, e spero di farlo sempre meglio. Essere stato scelto dai Legnanesi mi onora».

La grande stagione dei Legnanesi si completa con un inedito cd di canzoni e favole per bambini, I Legnanesi per i bambini: per ogni copia venduta, un euro andrà a sostegno dell'Unicef.

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