Un esercito di oltre 1.300 candidati per quarantotto posti in consiglio comunale. Dopo le verifiche del comitato elettorale sono stati tutti ammessi i 13 aspiranti alla poltrona da sindaco e le ventotto liste collegate. E dopo le 16 è scattata l'estrazione dell'ordine sulla scheda elettorale (riprodotta nel grafico a fianco): il primo a comparire sarà Giorgio Goggi, secondo Natale Azzaretto e poi Gabriele Mariani, Layla Pavone, Alessandro Pascale, Mauro Festa, Gianluigi Paragone, Giuseppe Sala (ottavo), Teodosio De Bonis, il candidato del centrodestra Luca Bernardo (decimo), Bryant Biavaschi, Marco Muggiani e Bianca Miriam Tedone. Sono stati ricusati per carenza di documenti essenziali quattordici candidati al consiglio comunale, la lista di Milano Popolare nel Municipio 7 (per il leader Maurizio Lupi che è di Baggio sarebbe un colpo) e le liste del Pci nel Municipio 8 e 9. Avranno tre giorni di tempo per presentare ricorso.
Due giorni fa c'è stato un botta e risposta tra Vittorio Feltri, capolista Fdi, e Matteo Salvini. Il giornalista ha dichiarato che l'obiettivo è «prendere un voto in più della Lega». La replica di salvini: «Spero che il centrodestra e Bernardo prendano un voto in più della sinistra e di Sala. Ognuno ha le sue priorità». Sulla sfida all'interno del campo avversario il sindaco Beppe Sala dichiara che «in questo momento è evidente a tutti che Fdi sta cercando un po' di scalare le gerarchie all'interno del centrodestra, guardo anch'io con curiosità al risultato». L'eurodeputato Fdi Carlo Fidanza assicura che «la battaglia del centrodestra è contro il sindaco Sala e la sua amministrazione. Al di là della fisiologica competizione elettorale, la priorità di Fdi è battere il centrosinistra per mandare a casa Sala e la sua giunta. Milano ha bisogno di tornare a volare dopo l'immobilismo che l'ha bloccata negli ultimi dieci anni a causa della politica ideologica della sinistra».
A questo proposito, si è riaperto un match tra Sala e Bernardo sul futuro di San Siro. Nel programma del centrodestra c'è il progetto del nuovo stadio targato Milan-Inter ma senza demolire in toto il Meazza, giù solo il terzo anello e nuova vita per l'impianto storico con «tetto» apribile, ristorante panoramico, spa indoor, parco acquatico aperto tutto l'anno e arena concerti ed eventi oppure - piano b - ancora improntato allo sport con museo, calcio interattivo, partite celebrative e allenamenti. Sala boccia: «L'opzione dei due stadi non è possibile, il costo di mantenimento sarebbe enorme e se dicessimo che lo usiamo per la Nazionale, voglio vedere le altre città cosa risponderebbero. Una struttura così importante deve essere utilizzata. Invito sempre e soprattutto in campagna elettorale a non cedere alla tentazione di accontentare tutti, perché dopo c'è una cosa soprattutto da accontentare: il bilancio del Comune». Bernardo ribatte che l'idea del nuovo stadio di Milan e Inter «deve essere accolta.
L'importante è riqualificare la zona. E c'è anche un fattore ambientale: non sono per l'abbattimento del Meazza, all'interno di quel cemento potrebbero esserci polveri dannose. Può diventare qualcosa di attrattivo per la città giorno e notte».
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