Era l'unico aspetto della vita da pendolare su cui nessuno aveva dubbi, invece il disastro di Pioltello ha suscitato nuove paure. La paura dello svio. Anche il sindaco Ivonne Cosciotti ha detto che dopo il deragliamento dello scorso luglio era «tranquilla» perché aveva ottenuto da Fs l'installazione di un sistema anti incidenti. Invece è andata diversamente. L'associazione pendolari cremaschi parte all'attacco: «È indegno che in Italia si muoia ancora andando al posto di lavoro o a scuola. Non esistono scuse. I disagi della nostra tratta sono ben noti alle autorità, ad Rfi e a Trenord. Ora chiediamo un impegno da parte di tutti perché venga fatta chiarezza sulle cause dell'incidente e sulle relative responsabilità. Chiediamo inoltre che venga posta come immediata priorità la messa in sicurezza del servizio ferroviario; mai abbiamo pensato che qualche nostro compagno potesse concludere il proprio viaggio tra le lamiere del treno».
La nuova paura prende il posto della normale ansia del ritardo. E questo nonostante si sia scomodato anche il rettore del Politecnico Ferruccio Resta per spiegare che la rete ferroviaria italiana è più sicura di quella tedesca. Intanto sarà necessario affrontare i nuovi disagi alla circolazione: Trenord e Atm hanno messo a disposizione 40 bus per sostituire i treni mancanti. Se è vero che già dal primo mattino i convogli avevano ripreso a circolare, lo è anche che due binari della tratta su quattro restano come sospesi. «È difficilissimo che i 23 centimetri che si sono staccati dal binario siano stati l'effetto dell'incidente - ha affermato il direttore dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, Amedeo Gargiulo, in una intervista a Tv2000 - si può discutere se siano stati la causa o una concausa». Quella era stata indicata dalle prime ricostruzioni come causa dello svio che ha provocato la morte di tre donne e decine di feriti. Ora sembra cambiare lo scenario. La paura resta e anche i disagi dei tanti sballottati nei percorsi alternativi.
«Poteva toccare a me» è il pensiero più ricorrente. La sensazione è di essere stati graziati. Non bastavano treni sporchi, spesso rotti e in ritardo. Ora possono avere in media 20 minuti di ritardo.
E deragliare? Trenord cerca di metterci una pezza: «Oltre 30 persone, tra personale Trenord e Berretti verdi, offrono assistenza ai passeggeri con una presenza costante nelle stazioni ferroviarie di Milano Centrale, Milano Lambrate, Milano Porta Garibaldi, Treviglio, Bergamo e Cremona, oltre che a bordo dei treni in circolazione tra Milano e Treviglio - ha reso noto l'azienda - Il call center Trenord al numero 02-72.49.49.49 è stato rafforzato».
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