Non capita tutti i giorni di imbattersi in veri e propri «monumenti» di un genere musicale, di uno strumento. Per esempio James Burton: classe '39, come chitarrista ha prestato in modo sapiente le sue corde alle star del suo tempo non facendo la star. Ma la sua storia si è sicuramente sovrapposta a quella dei miti con cui ha lavorato a lungo: uno su tutti è Elvis Presley, il Re del rock 'n' roll (ma tra gli altri con cui ha calcato le scene figurano nientemeno che Johnny Cash, Jerry Lee Lewis ed Elvis Costello).
Ebbene, sabato sera si avrà l'occasione di incontrare l'ex spalla dell'icona universale degli anni Cinquanta. Già, proprio così: Burton arriva in Italia per suonare il primo settembre all'Eurotaverna di Desio (via Lavoratori Autobianchi n.1, inizio serata-concerto ore 21, costo cena con spettacolo 45 euro, info: 0362/300046: cell.3474862456). Un evento che è stato organizzato in ricordo di Presley dall'Elvis official fan club che, presieduto da Franco Rapillo, è l'unico nel Belpaese ufficializzato presso l'Elvis Presley Enterprises di Mamphis. Ma veniamo al «live» e ai suoi protagonisti.
Burton salirà sul palco con il collega italiano Luca Olivieri (e la sua band) con cui ha collaborato in diverse occasioni. Davvero un bel duo di fuoriclasse; il primo un uomo da primato. Basta dire che nella sua lunga carriera musicale, tra il 1969 e il 1977 è stato l'unico a essere presente in tutti i concerti di Presley, oltre 1.500. E ancora, sempre in ambito musicale si è aggiudicato diversi riconoscimenti tra i quali un premio per essere stato presente nella Country music hall fame di Nasvhille e nella musical hall fame del rock and roll.
Una scalata, quella di questo grande interprete dei tempi d'oro del suo genere, partita negli anni verdi da autodidatta. Poi la «scuola» on the road e della pratica nei gruppi, con una prima assunzione nella band dell'allora popolarissimo show radiofonico di Shreveport Louisiana Hayride. Una vita di successi, tanto che - secondo la leggenda - il buon James, a causa dei troppi impegni, si trovò addirittura a rifiutare l'offerta di far parte della prima band di Bob Dylan e poi quella di suonare con lo stesso Presley per il suo spettacolo di ritorno in tv intitolato proprio Elvis. Per chiudere in bellezza questo artista è stato inserito al diciannovesimo posto nella lista dei cento migliori chitarristi, secondo Rolling Stones. Un risultato di tutto rispetto. Ma c'è anche l'altro fuoriclasse in pista: la storia di Luca Olivieri. Sarà un piacere ascoltare anche lui. Due note: negli anni '80 ha assunto la tecnica del finger picking da chitarristi come Scotty More, Duck Backer e Stefan Grossman.
Sotto l'influenza di Albert Lee, Brent Mason, Vince Gill e Brad Paisley, è approdato al country. E più recentemente Olivieri ha lavorato regolarmente con Bobby Soloinsieme; è apparso con lui in numerosi spettacoli in Europa, Canada e Usa e in tv.
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