Meriterebbero un Ambrogino d'Oro le Perseidi, ovvero le stelle cadenti che solcheranno domani notte i cieli di tutto il mondo, se pensiamo che il primo a descrivere la dolcezza delle lacrime di San Lorenzo, di cui la commozione delle stelle che scendono è fulgida e popolare espressione, fu proprio Sant'Ambrogio nel «De officiis».
Anche se Milano non sa di giocare un bella partita nella tradizione della notte astronomicamente più affascinante e umanamente più romantica, di fatto ricorda in vari modi lo sciame di corpi non più grandi di un granello di sabbia, osservati la prima volta nel 36 dopo Cristo proprio in prossimità del 10 agosto, giorno del martirio del diacono, e per questo ritenute il suo pianto.
Tutta la terra rimarrà con gli occhi puntati alle tenebre e pare che gli occhi ne saranno molto soddisfatti (soprattutto tra il 12 e il 13 agosto) se l'esperto della NASA Bill Cooke ha annunciato che quest'anno «invece delle consuete 80 meteore all'ora, ce ne saranno tra le 150 e le 200», che viaggiano a una velocità di 59 chilometri e lasciano una scia di venti chilometri.
I consigli sono gli stessi di sempre: orientarsi verso nord-est, stare comodi, distesi sui prati possibilmente in siti non toccati da luci troppo forti, attendere quel momento che trascorre tra la notte profonda e le prime luci dell'alba.
Magia, misticismo, attrazione scientifica, poesia, tanti gli impulsi che a ogni 10 agosto ci fanno attendere che gocce di fuoco scendano verso di noi, forse per non credere che le stelle siano indifferenti e stiano a guardare con pupille di ghiaccio. «L'anima è piena di stelle cadenti» scriveva Victor Hugo, per questo il rito agostano ci accompagna per l'intera vita e ci spinge a cercare sentieri lunari e nascosti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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