Rivoluzione al Niguarda «Dimissioni più rapide»

Meno giorni di degenza e migliore assistenza post ricovero Spending review: rinegoziati i prezzi di contratti e forniture

Maria Sorbi

Una città nella città. Questo è l'ospedale Niguarda per la zona 9. Un enorme villaggio all'interno del quale entrano ed escono 13mila persone al giorno, lavorano 4.200 dipendenti e vengono ricoverati 320mila pazienti all'anno. Con tutti i pro e i contro di avere sotto casa il gigante della sanità. Un problema su tutti: il traffico, in particolar modo in via Majorana, l'unica strada da cui poter accedere al pronto soccorso e sulla quale non passa nemmeno un mezzo pubblico.

C'è da dire tuttavia che la convivenza del quartiere con l'ospedale è molto migliorata da quando sono finiti i lavori di ristrutturazione. Lavori grazie ai quali il Niguarda è diventato parte integrante della zona con la sua trentina di negozi e il supermercato interno da poco aperto. Gli ultimi reparti (nefrologia e dialisi) hanno traslocato da poco e i due blocchi (per la media intensità di cura e per le emergenze) cominciati nel 2007 sono attivi già da un anno.

Dopo i cantieri, l'ospedale si sta preparando a un'altra grande rivoluzione: una spending review grazie alla quale si potranno risparmiare 10 milioni di euro all'anno. Ad annunciarla è il direttore generale Marco Trivelli, che ha in mente una riorganizzazione capillare di parecchi servizi. In programma ci sono un miglior utilizzo delle apparecchiature noleggiate dai laboratori, la rinegoziazione dei prezzi per l'acquisto delle siringhe, protesi e ferri chirurgici, una correzione del contratto con le ditte di pulizie. «E poi - annuncia Trivelli - voglio ridurre di mezza giornata i tempi della degenza dei pazienti, accelerando le loro dimissioni. Significa passare da 9 giorni a 8 e mezzo di ricovero. Questa semplice riduzione permetterebbe o di ricoverare 2mila casi in più all'anno o di tagliare 40 posti letto, risparmiando 1,5 milioni di personale e 600mila euro di spese di funzionamento».

Verrà anche migliorata l'assistenza post ricovero, con il trasferimento dei pazienti in strutture a bassa intensità di cura e con una rete di assistenti sociali e infermieri mobilitata con tempi più rapidi.

«Ridurremo anche i tempi degli esami interni - spiega il direttore - Non più entro 72 ore ma entro 24 ore, anche quando ci sono delle preparazioni da fare su paziente, come nel caso della colonscopia».

Le sale operatorie lavoreranno fino a sera e verrà migliorato anche l'afflusso dal pronto soccorso ai reparti, senza che venga bloccato il flusso dei ricoveri programmati.

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