Rivoluzione in pausa pranzo: ecco i buoni pasto elettronici

Si profila la pensione anche per i vecchi buoni-pasto di carta. Da settembre il piatto di pasta a pranzo si potrà pagare direttamente con lo smartphone oppure con la tessera munita di microchip. Da qualche tempo il vecchio ticket ha cominciato a essere incalzato dall'avvento del tesserino tipo bancomat che sta rivoluzionando un sistema che ormai comincia a essere decisamente datato. La digitalizzazione non risparmia neppure il mercato dei ticket che specie a Milano e in generale in Lombarda è estremamente diffuso.
I dipendenti del Comune di Milano ad esempio sono stati tra i primi a utilizzare la carta magnetica al posto dei tagliandi di carta. E ora sarà di nuovo la piazza di Milano a sperimentare una nuova macchinetta che potrà leggere tessere e ticket di carta: il sistema memorizza tutti i dati, verifica che non siano falsi, conteggia i risultati, invia conti e automaticamente avvia la procedura di rimborso. Tutto estremamente facile. Si chiama «Smart Point» e dal prossimo settembre sarà distribuita gratuitamente in città a circa 6mila affiliati tra bar e ristoranti. A dare il nuovo corso al mondo dei buoni pasto è la società «Edenred» che con i suoi Ticket restaurant, copre il 50 per cento circa del mercato dei buoni pasto ed è stata pioniera nello sviluppo della tecnologia in questo campo. Ma anche l'invenzione del bancomat-buono-pasto è un passaggio pronto a essere subito scavalcato da un'applicazione che funzionerà attraverso lo smartphone. Anche il buono-pasto si prepara a diventare mobile e da settembre sarò il Politecnico a dare il via alla sperimentazione. È l'avvio di una rivoluzione silenziosa ma non troppo che ovviamente trova a Milano il suo fertile terreno di battaglia. Basti pensare che in Lombardia sono circa 700mila i lavoratori che usufruiscono per contratto dei buoni pasto per un valore complessivo di circa 700milioni di euro.
Ne è stata fatti di strada dal 1954 anno in cui alcune aziende nel Regno Unito cominciarono a utilizzare questo nuovo sistema. Fu proprio in uno di questi locali che per caso, un giorno, si trovava a passare John R. Hack, uomo d'affari inglese. Vide alcuni clienti che si passavano questi strani biglietti di carta per pagare e chiese come funzionasse questo innovativo sistema di pagamento. Un anno dopo John R. Hack fondò la «Luncheon Vouchers Ltd», che divenne dal 1999 Accor Services. Il sistema riscosse successo grazie anche alla defiscalizzazione dei buoni pasto da parte del governo inglese. Nel 1957 le aziende inglesi che utilizzavano i buoni pasto della Luncheon Vouchers erano 3.500, tre anni dopo erano più che raddoppiati, arrivando a raggiungere la quota di 8mila.
In Italia, i «ticket» arrivano parecchio più tardi, a metà degli anni '70. Quando le imprese cominciano a tagliare sulle mense, quando cominciano a nascere anche piccole e medie imprese che non possono permettersi i costi di una mensa ma possono invece contribuire al pasto dei propri dipendenti. A invogliare infatti c'è anche defiscalizzazione del buono. I 5,29 euro del buono infatti possono essere infatti totalmente detratti dalle tasse delle aziende.
E mentre oggi si discute se il valore del buono non dovrebbe essere rivisto e corretto - al rialzo ovviamente - e se inoltre non sia il caso di pensare ad altri sistemi per accelerare le procedure dei rimborsi che a volte fanno storcere il naso agli esercenti, intanto i ticket sono un sistema che si è diffuso a macchia d'olio finendo nei portafogli del 40 per cento degli 11 milioni di italiani che pranzano ogni giorno fuori casa. Un sistema che ora sta per fare il salto di qualità, passando all'era moderna.

Da settembre almeno a Milano ci sarà chi potrà pagare il panino col bancomat e poi anche col telefonino. E nel frattempo se vorrà con le nuove macchinette sempre dal bar potrà fare la ricarica telefonica, attivare carte telefoniche prepagate e pacchetti per la Tv digitale e satellitare.

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