Onorevole Paolo Pillitteri, Silvio Berlusconi resta in campo.
«Ancora una volta ha rubato la scena a tutti. Almeno mediaticamente».
E politicamente?
«Ha riproposto i suoi temi più classici: fisco, riforma della giustizia, la Germania arrogante».
Ha terremotato il suo partito?
«Il Pdl più che un partito ormai è una galassia».
È a rischio implosione?
«Appena Berlusconi ha detto che non si ricandidava, c'è stata la corsa di tutti a ricollocarsi. Berlusconi resta e s'è creata ancor più confusione».
Perché?
«Come tutti i partiti personali, fa molta fatica a evolversi in altro. E probabilmente è impossibile».
Vogliono tornare a Forza Italia.
«Tornare al '94? Ma per piacere. Dico ai movimentisti di fare casino, di essere futuristi, marinettiani. In politica non si torna mai indietro».
Per la prima volta in Lombardia è caduta una giunta, Formigoni paga la crisi del centrodestra?
«Sullo sfondo c'è la lunga durata della fase formigoniana che già in sé contiene i suoi pregi e i suoi limiti».
I pregi?
«La grande personalità di Formigoni e il suo modo di governare».
E questo non basta?
«C'è stato un martellamento giudiziario e mediatico. Ma Formigoni è uscito dall'angolo e ha ripreso il pallino. L'ultima fase la sta gestendo lui».
Uno scontro feroce con la Lega.
«La Lega si comporta come se non fosse stata anche lei al governo».
Anche il Pdl sul rapporto con la Lega è ormai spaccato.
«L'euroscetticismo dell'ultimo Berlusconi lo avvicina alla Lega. Non è più in sintonia con Formigoni».
Preveda qualcosa.
«La crisi del bipolarismo, della seconda repubblica che aveva come protagonisti la Lega e Berlusconi».
Crisi irreversibile?
«In politica never say never, mai dire mai. E domani è un altro giorno. Diciamo che oggi non sono più trendy».
Trendissima è la società civile. Un po' come alla fine dei suoi tempi.
«Ma per carità, la società civile. Torniamo indietro vent'anni. Cos'è? Gli ottimati, i migliori o quelli che si proclamano tali? Oggi hanno fallito».
Avanza l'antipolitica?
«Vedo solo slogan e grande faciloneria. La gente non è così fissata sul nuovo, ma sui fatti. E, infatti, anche se sbaglia, apprezza il governo Monti».
Formigoni vuole Gabriele Albertini governatore in Lombardia.
«Potrebbe essere una buona scelta, non vedo tante possibilità. Il problema sono le logiche interne al Pdl».
Le alleanze?
«Formigoni e Albertini guardano al centro e pensano a Casini, ma Berlusconi ha tirato fuori dal cilindro l'alleanza con la Lega. Sono divisi».
E la sinistra?
«Non ne parliamo. Sono anni che vogliono far cadere Formigoni e adesso che è caduto non ha nemmeno un candidato. Dal Pd fino a Sel».
Non le piace nessuno?
«Mi parlano bene di Fabio Pizzul. Se è bravo come papà a far le telecronache va bene, ma è un'incognita».
Maroni?
«Sta traghettando la Lega sulla riva opposta rispetto a quella di Bossi: basta folclore e secessione. È stato un ottimo ministro dell'Interno».
La destra è in crisi, la sinistra è in crisi. È in crisi la politica?
«Fa cascare le braccia».
E quindi?
«Ai tempi di Craxi quando ci trovavamo in difficoltà, la regola era trasformarla in un'occasione. La politica deve aprire un cammino nuovo».
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