Rocca: «Imprese, il 97% è stato colpito dal fisco»

Il presidente Assolombarda: «Se tutti passano col rosso, forse è il semaforo che non funziona. Pressione al 49%»

Sabrina Cottone«Concentrarsi sull'evasione più che sull'elusione». È il messaggio che arriva da Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, durante il convegno «Le novità fiscali per le imprese alla prova della loro attuazione»: le aziende si sentono colpite dal fisco, in modo anche ingiusto. Il 98 per cento delle aziende con più di 100 dipendenti sono state visitate per controlli fiscali e, quel che colpisce nei dati 2014 di Confindustria forniti da Rocca, il 96,9% per cento delle aziende visitate è stato poi colpito per un'infrazione: «Se tutti passano col rosso, forse è il semaforo che non funziona.L'Agenzia delle Entrate dovrebbe concentrarsi sull'evasione più che sull'elusione, la richiesta. Il motivo è legato alle «aree grigie della legge», per cui l'Agenzia delle Entrate «interpreta in un modo o nell'altro», lasciando nell'incertezza le imprese. Le tasse sono uno degli allarmi più sentiti dalle aziende. «La fiscalità costituisce ancora una zavorra per il Paese» dichiara Rocca, che invita a impegnarsi «insieme per ridurre la complessità del sistema». La pressione fiscale effettiva per il 2015, ha ricordato il presidente di Assolombarda Confindustria Milano, arriva quasi alla metà del prodotto interno lordo: esattamente il 49,4% che è destinato a non diminuire finché non sarà ridotta la spesa corrente, in crescita nonostante le dichiarate spending review: è passata da 671 miliardi nel 2012 a 692 miliardi nel 2014, al netto degli interessi. «Abbiamo fatto passi in avanti - la sintesi di Rocca - ma il percorso è ancora lungo per semplificare la vita delle imprese». Il giudizio attendista riguarda anche la legge di stabilità. Se ci sono «elementi positivi», non mancano i dubbi su «tempi e semplicità di attuazione». È importante «non solo dove andare, ma anche come andare, che è la debolezza italiana». Quanto alla ripresa, «se ne sente l'atmosfera ma il mondo non è in un momento facile».In questo contesto viene valutato anche il caso Cina. Secondo il presidente di Assolombarda, il mercato cinese «non è ancora maturo» per essere riconosciuto come un'economia di mercato. Oltre tutto, la competizione con la produzione locale sarebbe nefasta per le imprese. Poiché gli Stati Uniti sono contrari a questo riconoscimento, l'export si concentrerebbe tutto sull'Europa, danneggiando le aziende che producono in loco, che in Lombardia hanno un peso specifico importante.Rocca è intervenuto anche su temi politici. A partire dal candidato sindaco. «Alla guida di Milano serve un manager con visione del futuro» dice, ma non è una discesa in campo: « la competizione è positiva e i candidati finora validi», ma Assolombarda «non vota mai, non abbiamo un ruolo politico».Un capitolo importante, ancora a margine del convegno, è sul dopo Expo. «Expo ha funzionato ma non dobbiamo disperdere le energie - dice -. Il senso di direzione per il dopo Expo è giusto, ma il senso dell'azione è ancora in ritardo, soprattutto per quel che riguarda la definizione del management e della governance di Arexpo». E ancora: «Dobbiamo aiutare la Statale a trasferire le sue facoltà scientifiche e capire la destinazione del resto delle aree».

Meno preoccupazione sui fondi: «Il Piano Juncker, con i fondi europei dell'Ue, è ideale per la Statale». Bisogna poi puntare agli investimenti privati, che a suo dire non mancherebbero se davvero Statale e Tecnopolo fossero protagonisti del dopo Expo in modo chiaro, perché «giovani e scienze» sono molto attrattivi.

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