Un bilancio da 23, 872 miliardi per il 2014. Ogni giorno 65,4 milioni in servizi e investimenti. Sono i numeri imponenti della Regione Lombardia, che quest'anno dovrà fare i conti con i tagli del governo: oltre 300 milioni di euro di trasferimenti in meno. Ma nonostante questo, assicura il presidente della Regione, Roberto Maroni, i cittadini non vedranno aumentare le tasse né dovranno fare i conti con riduzioni dei servizi. «Non taglieremo di un euro le risorse previste per sanità e welfare» dice Maroni, commentando la legge di bilancio approvata in giunta, che adesso passa in consiglio regionale.
L'assessore all'Economia, Massimo Garavaglia, fa notare che, mentre enti locali e Regioni subiscono i tagli, lo Stato spende di più. Tra il 2012 e il 2014 la spesa pubblica è aumentata dell'1,7% e il tetto di spesa delle Regioni è sceso del 30%. Nonostante questo, aggiunge Garavaglia, «azzeriamo il bollo per chi sostituisce le vecchie auto inquinanti, come avevamo promesso. E azzeriamo l'Irap per le start up innovative».
Rimane però il tema della polemica politica. «Non è giusto tagliare le risorse alle Regioni virtuose che sono in regola con i conti, come è il caso della Lombardia» attacca Maroni. Il no è ai «tagli lineari» che penalizzano a prescindere dalle reali condizioni di bilancio. La proposta è di introdurre i «costi standard» dal 2013, così che chi già spende meno non venga penalizzato.
Roma taglia 300 milioni ma la Regione non fa aumenti
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