Una proposta di legge sulla legittima difesa «imboscata» dalla sinistra, che però Fratelli d'Italia non intende lasciar cadere. Proprio ieri i candidati lombardi si sono incontrati per tirare le somme sulle normative a proposito di questa delicata questione. Insieme a Ignazio e Romano La Russa c'erano Carlo Fidanza, Lianella Bignotti, l'avvocato Piero Porciani che ha difeso numerose persone imputate per aver ucciso sparando come reazione a una rapina. E due commercianti che hanno vissuto questa esperienza: Francesco Sicignano e Rodolfo Corazzo.
«La legge è ferma a molti anni fa - spiega Ignazio La Russa -. Noi abbiamo provato a proporre un nuovo testo, che la sinistra ha stravolto in Commissione alla Camera e che non è mai stato messo all'ordine del giorno in Senato. Allo stato attuale quindi sopravvive l'equivoco della proporzionalità tra offesa ingiusta e reazione legittima di chi viene aggredito. Occorre affermare con chiarezza che la difesa è sempre legittima, nei casi in cui qualcuno si introduce in modo fraudolento in una casa o in un luogo di lavoro armato e con l'intenzione evidente di nuocere a persone o cose». In tali circostanze, quelle ad esempio di Sicignano e Corazzo, per Fdi chi è costretto a difendersi «in qualunque modo» non deve essere processato e neppure indagato per lunghi periodi. «Nessuna inchiesta è necessaria - aggiunge La Russa -. In quei momenti per la vittima che reagisce è umanamente impossibile valutare la reale entità dell'offesa che sta subendo. Il pm dovrebbe solo accertare l'effettiva intrusione e le intenzioni criminali dell'intruso».
Le posizioni di Sicignano e di Corazzo sono sì state archiviate dai magistrati. Ma rispettivamente dopo due anni e due mesi e dopo 18 mesi. «Sono certo - ribadisce il primo, candidato con Fdi alle Regionali - che chiunque avrebbe reagito come me, sparando. Tutti abbiamo il diritto di difenderci in casa nostra. Perciò la legge sulla legittima difesa deve essere chiara». Aggiunge il secondo, gioielliere di Rodano: «Mi hanno aggredito in cantina, puntandomi la pistola in faccia. Avevo l'arma che detengo regolarmente e loro non l'hanno notata. Io, mia moglie e mia figlia abbiamo vissuto un incubo lungo un'ora e venti. Abbiamo subito percosse e minacce di morte. Poi gli spari. Nonostante tutto sia stato ripreso dalle telecamere interne, l'inchiesta è durata un anno e mezzo».
«Vicende giudiziarie che non si devono ripetere - continua Ignazio La Russa -. Una persona che viene rapinata non deve poi difendersi anche dallo Stato. Da parte nostra offriamo, come abbiamo fatto in passato, assistenza legale gratuita al gioielliere che pochi giorni fa alle porte di Napoli ha ucciso un malvivente durante un tentativo di rapina». Non dà la colpa ai magistrati il cofondatore di Fratelli d'Italia: «È la legge che è imperfetta, equivoca».
Infine l'attacco a Pietro Grasso: «Dice una falsità quando afferma che la nostra intenzione è quella di armare i cittadini. Non abbiamo mai chiesto modifiche alle regole, giustamente severe, per il rilascio del permesso di detenere armi».
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