«Sì al centro. Ora basta preghiere nei sottoscala»

Il sindaco: «Conosciamo quella comunità. Non si fanno referendum sui diritti garantiti»

Sindaco Monica Chittò, cosa pensa dell'iniziativa dell'assessore regionale Viviana Beccalossi, che a Sesto ha personalmente visitato l'area della futura moschea per rendersi conto del progetto?

«Mi dispiace che l'assessore sia venuta senza informarmi. L'avrei accolta , le avrei spiegato nel merito che il percorso per questo centro è nato 5 anni fa e che è stato un percorso di partecipazione. Il progetto, comunque, è arrivato prima della legge regionale, anche se contiene molte delle cose previste dalla legge».

L'assessore si è detta sorpresa dalla definizione di «moschea provvisoria» usata dal Comune per rispondere alla richiesta di monitoraggio dei centri islamici.

«La risposta ovviamente è degli uffici e si riferisce al fatto che, in questo momento, accanto all'area della futura moschea, già bonificata, è stata realizzata una struttura, a norma con tutti i permessi, in modo tale da compiere una transizione graduale.

Lei cita la partecipazione ma un suo avversario, Roberto Di Stefano, candidato sindaco di Forza Italia, parla di un'assegnazione dell'area decisa dal sindaco «senza passaggio in consiglio e senza confronto con i cittadini».

«Il Consiglio aveva individuato in quell'area il luogo, con l'assegnazione di un diritto di superficie per 50 anni dietro un corrispettivo di 650mila euro più la bonifica dell'area. Fra l'altro gli atti del Consiglio sono già stati oggetto di una impugnazione e quindi di un vaglio, con esito positivo. Quanto alla partecipazione, ci sono stati incontri, anche in Comune».

Insomma, il progetto la convince.

«Sotto il profilo architettonico? In Triennale, in un convegno è stato presentato anche questo progetto. Sulle moschee posso dire che la preghiera nei sottoscala, per me non è un modo di governare la situazione».

Lei conosce la comunità che oggi è in via Luini?

«A Sesto la conosciamo da 20 anni. E abbiamo un rapporto molto schietto. È una comunità inserita nel tessuto associativo, collabora, è nella protezione civile. Dopo gli attentati di Parigi ha partecipato a un momento di preghiera interreligiosa con la Chiesa e la Comunità ebraica».

Nel centrodestra chiedono il referendum sulla moschea.

«La Lega pochi anni fa non era riuscita a raccogliere le firme per fare un referendum. Comunque c'è un diritto costituzionale garantito. E chi si presenta come forza di governo deve proporre soluzioni. Il referendum non può essere una soluzione».

Ma le prossime elezioni comunali saranno una sorta di referendum anche su questo. O no?

«In realtà il progetto è stato approvato prima delle ultime elezioni.

La delibera è del febbraio 2012, le elezioni di pochi mesi dopo. Il tema già allora era molto caldo, la questione è stata posta spesso in campagna elettorale e la domanda non è stata elusa. C'è stata sempre molta chiarezza».

AlGia

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