Stavolta è la volta buona. Il sindaco Giuseppe Sala ne è convinto: il bando (che bando non è) a cui hanno partecipato le 23 associazioni religiose presenti a Milano, rappresenterà una svolta rispetto ai pasticci di Giuliano Pisapia e dell'assessore Pierfrancesco Majorino. Sala chiude con il passato e tenta di recuperare la fiducia di comunità islamiche che, la volta scorsa, hanno speso fino a 40mila euro per presentare progetti e consultare avvocati ma che sono rimaste con un pugno di mosche in mano.
«Ci aspettavamo un numero elevato di richieste - commenta Sala - per la realizzazione di nuovi luoghi di culto perché è chiaro che tutti hanno capito che questa è la volta buona». «Credo che sia il momento, ovviamente i tempi non saranno brevissimi, però la procedura è avviata. Certamente errori sono stati fatti ma qui siamo e qui andiamo avanti» conclude rispondendo al Caim che dice di aver perso la fiducia in Palazzo Marino.
Tra il dire e il fare c'è di messo un percorso ancora molto lungo. Che durerà oltre un anno. «Anche due - sostiene l'assessore regionale all'Urbanistica Viviana Beccalossi, autrice della cosiddetta legge anti-moschee - Sala ha capito che deve apportare una variante al piano di governo di territorio ma per farlo ci vorrà molto tempo. Se non altro ha un modo di lavorare diverso da Pisapia, che della legge regionale se ne infischiava e che aveva presentato un bando zoppicante fin dall'inizio e poi abortito». I dubbi della Beccalossi sono principalmente due. «E lo voglio dire fin d'ora, ancor prima che si analizzino i contenuti dei progetti presentati». Dubbio numero uno: i finanziamenti. «Bisogna che il Comune collabori con Finanza e Farnesina - sostiene l'assessore di Fdi - perché il flusso dei soldi che arrivano dall'estero per edificare i centri di preghiera sia trasparente. Vorrei evitare precedenti come quello di Bergamo dove non è chiaro a chi siano andati i soldi arrivati dal Quatar per la moschea (che non si è fatta). Seguiamo l'esempio della Francia e lavoriamo su questo fronte». Dubbio numero due: le intenzioni del sindaco. «Vorrei capire - sostiene la Beccalossi - se Sala intende costruire un solo centro di preghiera per tutti o tante moschee. Sono tutti aspetti da chiarire».
E poi ci sono i dubbi di matrice leghista. Come quelli sollevati da Davide Boni, segretario provinciale del Carroccio: «Milano spalanca le porte a tutti, consegnando un lasciapassare a chi vuole utilizzare i luoghi di culto come centri di reclutamento».
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