Il sindaco Beppe Sala va all'attacco della Regione: «Mozione sbagliata». E l'assessore regionale Riccardo De Corato risponde: «Ha cambiato idea, era per la linea dura». Il censimento regionale dei campi nomadi divide. E non poteva essere altrimenti, trattandosi di materia ad alto tasso di polemica politica dopo le dichiarazioni del ministro dell'Interno Matteo Salvini. Ma prima ancora che esplodesse questo scontro, in Regione Lombardia c'era chi stava già lavorando su uno strumento simile. In giunta De Corato, in Consiglio, Silvia Sardone. L'assessore alla Sicurezza aveva già avviato con le sue strutture tecniche l'idea di un progetto per «mappare gli insediamenti rom e sinti» e studiarne i vari aspetti: le abitazioni, la frequenza scolastica dei minori, le abitazioni, i servizi disponibili. La consigliera di Forza Italia l'11 giugno aveva presentato una mozione che la giunta ad «attuare un censimento» con obiettivi analoghi, fra cui la chiusura dei campi. Le due iniziative si sono incontrare in Consiglio, due giorni fa. La mozione Sardone è stata approvata con 39 voti a favore, dopo il «via libera» di De Corato e con l'opposizione accesa del Pd, che prima ha proposto uno stanziamento di risorse regionali per affrontare l'impegnativa chiusura dei campi, poi - preso atto della risposta negativa - ha sterzato sulla critica più dura: «Mozione razzista e demagogica».
La critica del sindaco di Milano è meno veemente. Ma non lascia spazio a dubbi. A Sala la mozione sembra «molto sbagliata. «Credo che stiamo spostando la discussione su temi che non sono prioritari» ha detto ieri. De Corato però ha rinfacciato al sindaco le dichiarazioni del 18 maggio, quelle che avevano inaugurato la sua «linea dura». «La città ci chiede meno tolleranza» aveva detto al Corriere, chiedendo più controlli sui documenti, sulla frequenza scolastica, sullo smaltimento dei rifiuti. « C'è bisogno di una pressione continua», la sintesi. «Non possiamo far altro che chiederci: cos'è cambiato nell'ultimo mese e mezzo?» ha provocatoriamente chiesto De Corato. E non da solo. Il leghista Max Bastoni ha detto che Sala «non ha il polso della situazione milanese». E gli ha dato man forte il segretario lombardo del Carroccio Paolo Grimoldi. Ma anche Forza Italia è convinta: «Sala sembra molto confuso» ha detto il capogruppo regionale di Fi Gianluca Comazzi. Sottolineando il «diritto all'istruzione dei minori», il co-firmatario della mozione Federico Romani ha avvertito: «Sarà necessario un ampio coinvolgimento dei Comuni in cui i campi abusivi sono presenti».
Ma questa collaborazione pare non esserci, almeno a Milano, tanto che l'assessore al Sociale Pierfrancesco Majorino ha tagliato corto: «Gli esponenti della Lega dovrebbero dire meno sciocchezze». Per Majorino il censimento è già stato fatto, «e per la prima volta possiamo dire che oltre 550 bambini dei campi o delle nostre strutture emergenziali frequentano la scuola».
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