Alberto GiannoniLa questione israelo-palestinese irrompe nella campagna elettorale di Milano. E rischia di creare nuovi grattacapi a sinistra. Nell'agenda di Milano domani è segnato un evento importante: la serata di apertura della campagna di raccolta 2016 del «Keren Hayesod», il braccio operativo di raccolta fondi del Movimento sionista e dell'Agenzia ebraica. Un ente che dà per missione l'aiuto al popolo e allo Stato israelianoI tre candidati sindaco Stefano Parisi, Beppe Sala e Corrado Passera sono annunciati come ospiti della cena di gala in un albergo di Milano. E vengono definiti «sostenitori della causa». Nessun problema per Parisi, candidato del centrodestra che era notoriamente un «amico di Israele» anche prima che qualcuno immaginasse la sua avventura politica. No problem per Passera. A Sala, invece, l'occasione rischia di creare nuove insidie e problemi politici, su un fronte sinistro, che il commissario non può permettersi di lasciare scoperto. «Sionismo», per una bella fetta della sinistra, è diventato incredibilmente una parolaccia, un sinonimo della odiata destra. In realtà la dottrina sionista nasce socialisteggiante, paragonabile al Risorgimento italiano. La missione del «Keren Hayesod» si inserisce in questo filone storico. La sigla nasce come fondo nazionale di costruzione d'Israele e oggi si definisce un «ponte vivente fra milioni di ebrei della diaspora e Israele». Dalla fondazione di Israele a oggi ha sostenuto l'Agenzia ebraica per il ritorno in patria di tre milioni di persone. Domani a Milano l'evento cui sono annunciati i tre candidati ospiterà fra l'altro anche un alto ufficiale dell'intelligence militare israeliana. Il centrodestra è complessivamente uno schieramento amico di Israele. Ma a sinistra il tema Medio-oriente da anni è fonte di polemiche. Il Pd oggi ha una posizione equilibrata, anche grazie agli uomini della «Sinistra per Israele», in prima fila il milanese Lele Fiano. A Milano la segreteria renziana si è esposta senza remore su questo fronte, basti pensare che il 25 aprile, ad accompagnare la Brigata Ebraica contestata e minacciata da fronde estreme di centri sociali e autonomi, c'erano anche i vertici del Pd. Ma la sinistra «arcobaleno», Sel in testa, ha posizioni filopalestinesi molto nette. E un Sala che si scopre «filoisraeliano» potrebbe trovare un ostacolo in più nell'ardua missione politica che è costretto a tentare: tenere insieme tutti i pezzi di una coalizione che era fedele a Giuliano Pisapia e oggi non regge più.
I dirigenti di Sel, poi, potrebbero avere più difficoltà del previsto a far votare una lista arancione che lo sostiene. E la base potrebbe subire il fascino di una sinistra-sinistra che sfodera ancora le bandiere palestinesi. E prepara un candidato alternativo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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