«Non sono qui a fare il santerellino che da lezioni agli altri, ho fatto errori anch'io, ma un sentimento anti lombardo oggi c'è e per evitarlo in Lombardia dobbiamo fare innanzitutto un esame di coscienza sulla sanità e dare il senso di un cambiamento». Il sindaco su Radio Capital ieri parte dalle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che «giustamente richiama all'unità nazionale», ma si rimarca quel sentimento che si è scatenato contro milanesi e lombardi che lui stesso aveva segnalato per primo una decina di giorni fa con la polemica a distanza con il presidente della Sardegna Christian Solinas che pretendeva il «passaporto sanitario» per i turisti del nord. «Io evito per rispetto istituzionale di bisticciare con il governatore Attilio Fontana ma - ribadisce Sala - un esame di coscienza sulla sanità e un progetto di cambiamento servono, perché alcune cose sono lì da vedere. I poveri medici di base, che sono stati abbandonati e hanno 1.500-2.000 pazienti a Milano, sono stati tra i più efficaci poi ad aiutare a normalizzare la situazione. Il presidio medico territoriale si è perso, non esistono più i consultori. I grandi ospedali non bastano, io pretendo una riflessione e un cambio». E prima alla radio e poi nel videomessaggio ai milanesi su Facebook Sala, in occasione dell'ultimo giorno di scuola «anomalo», torna a incalzare la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. Premesso che sul lockdown fino a giugno «secondo me in Italia abbiamo un filino esagerato, anche nel vietare l'ultimo giorno. Si poteva far tornare sui banchi in sicurezza come in Germania, dove hanno fatto test a bambini, personale e genitori». Ma «il problema è legato all'anno prossimo. È importante che i bimbi tornino in classe, sia per una formazione più efficace, ma anche perché possano stare insieme». Quindi lancia «un appello al ministero dell'Istruzione: serve programmare e servono linee guida immediate per poter garantire un ritorno a scuola che sia, oltre che in sicurezza, anche vero da inizio settembre. Non vedo ancora un quadro chiaro». Sala ha sollecitato più volte un rimpasto di governo (anche se il premier Conte per ora lo esclude), tra le poltrone nel mirino c'è quella della Azzolina. E non solo. «La mia preoccupazione è su quello che succederà in autunno - ha sottolineato ieri -, anche questi enormi fondi Ue sono un'opportunità, ma bisogna saperli spendere. Serve un governo con persone che hanno una storia alle spalle, un curriculum importante, esperienza e sappiano affrontare una situazione così difficile». Promuove Conte («oggi non vedo che alternative ci siano a questo governo»), ma non risparmia la sinistra: «In questi anni ha proposto un serio candidato alternativo? Altrimenti siamo sempre a rincorrere». Negando ancora una volta, almeno in pubblico, di essere interessato al ruolo.
Non c'è solo un clima anti lombardo, ma di vero e proprio odio contro Fontana che, sentito venerdì pai pm come parte offesa nell'indagine per minacce aggravate e diffamazione, ha espresso la «grande preoccupazione sua e dei familiari».
Il governatore è già sotto scorta. Il suo legale ha depositato un dossier di trenta pagine con le intimidazioni on line e non solo, compresa una lettera anonima nella quale si paventa un «incidente stradale occasionale».
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