Per il cambio della guardia ci vorrà ancora qualche giorno ma dopo tredici anni a Palazzo Marino - cinque da consigliere e otto da assessore al Welfare, prima sotto la giunta Pisapia e poi con Beppe Sala - Pierfrancesco Majorino è pronto a lasciare ufficialmente il Comune. Il sindaco ha presentato ieri in giunta il nuovo assetto delle deleghe, aveva anticipato che non ci sarebbero state rivoluzioni e in effetti ha risolto l'uscita di Majorino, eletto il 26 maggio alle Europee, con un mini rimpasto delle deleghe, senza ingressi dall'esterno o promozioni dall'aula. Non è esclusa una «fase 2» dopo l'estate, Beppe Sala non ha ancora perso del tutto le speranze che il governo vada in crisi a breve e si possa tornare alle urne in autunno, nel caso ci sarebbero altri assessori sul trampolino di lancio verso Roma (in cima alla lista Pierfrancesco Maran). Dunque per ora le deleghe alle Politiche sociali passano a Gabriele Rabaiotti che tiene anche la Casa ma passa i Lavori pubblici a Marco Granelli, che li somma alla Mobilità e trasporti. Il sindaco invece ha accorpato e assunto direttamente tutte le deleghe in materia di «Transizione ambientale». Non è più un mistero che Sala voglia lanciare da Milano un movimento green alternativo ai Verdi che possa in futuro essere alleato ma concorrente al Pd a livello nazionale, e questo è un altro tassello dell'operazione. La battaglia per l'ambiente «è profondamente politica» ha scritto ieri su Facebook, «lo sostengo dalla mia candidatura e oggi più che mai ne sono convinto. I giovani di tutto il mondo chiedono alle istituzioni e ai governi di affrontare questo tema con urgenza. Abbiamo il dovere di dare loro risposte efficaci. E ormai il problema è talmente evidente che tocca la sensibilità di tutti, non solo dei giovani. Per questo ho deciso di accorpare le deleghe relative alla Transizione Ambientale e di prenderle direttamente in carico. Ecologia e sostenibilità continueranno a guidare le nostre scelte, dalla mobilità all'urbanistica, con l'obiettivo di disegnare un progetto sociale più responsabile e consapevole per la Milano del 2030 e oltre». Milano insiste «si fa laboratorio di sperimentazione e modello, in grado di fare fronte comune con le più importanti e grandi città del mondo. Non diremo no a tutto in nome dell'ambiente. Il nostro sarà un ambientalismo propositivo e alla milanese, pronti a collaborare con tutti (aziende, associazioni, cittadini)».
Il cambio vero e proprio scatterà tra qualche giorno, Majorino ha uno scatolone di regalini ricevuti dalle associazioni, bottiglie di vino, disegni fatti da ragazzi disabili, libri, penne dai dipendenti per firmare i primi atti da parlamentare. Mancherà (ironicamente parlando) anche all'opposizione: regista di tavolate e marce antirazziste, Majorino è stato l'esponente Pd più bersagliato in questi anni.
Il consigliere Fi Gianluca Comazzi contesta le due deleghe pesanti a Lavori pubblici e Mobilità a Granelli: «Arrancava con una sola, figuriamoci ora. Sala poteva premiare un consigliere del Pd o della sua lista civica».
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