"Sala pensi a Milano invece che al Pd"

Il centrodestra contesta l'attivismo politico del sindac di Milano: "Più fatti sulle periferie"

"Sala pensi a Milano invece che al Pd"

Beppe Sala chiama a raccolta «un gruppo di dieci saggi per rifondare il Pd», e si conta tra le personalità - «sindaci, presidenti di Regione, esponenti nazionali del Pd o vicini alla sinistra» che vogliono dare un contributo di idee e (soprattutto) un'alternativa a Matteo Renzi. Il sindaco senza la tessera del Pd ha inaugurato la scalata al partito sabato pomeriggio dal palco dell'auditorium di Radio Popolare, davanti a un centinaio di militanti dell'ala sinistra radunati dall'assessore Pierfrancesco Majorino. Un impegno politico che non è passato inosservato dalle parti del centrodestra. Anzi. «Occuparsi del Pd è l'arma di distrazione che Sala usa per coprire la sua inefficienza da sindaco - sostiene il consigliere comunale di Forza Italia Pietro Tatarella - Siamo quasi al secondo giro di boa e non abbiamo ancora visto grandi cose da parte di questa amministrazione. Ci sta che Sala si occupi del Pd per distrarre i milanesi. Non so poi a che titolo, visto che non è iscritto al partito». Parlando di non risultati, Tatarella fa «un'analisi oggettiva dello stato dell'arte. Il Piano periferia lanciato nel dicembre 2016 doveva sdoganare la giunta Sala e la sinistra e finora si è dimostrato un flop, anche l'ultimo bando da un milione di euro per sostenere gli eventi nei quartieri è una mossa blanda per affrontare le emergenze». Continua con «la sconfitta su Ema, l'agenzia europea del farmaco che poteva avere sede a Milano, o gli scarsi provvedimenti sulla sicurezza. Sala può ringraziare di essere sindaco di una città che funziona praticamente da sola, abbiamo società partecipate efficienti da anni e un mondo delle imprese che investe. Anche gli sviluppi urbanistici che vediamo ora sono nati durante le giunte di centrodestra. Sono personalmente contrario alla riapertura dei Navigli, ma mi sembra che anche su questo Sala l'abbia sparata grossa e poi sia rimasto fermo».

Non è più generoso il collega azzurro in consiglio Fabrizio De Pasquale. «Sala vuole rifondare il Pd? Si concentri su Milano e sulle periferie, su una macchina comunale che si impalla anche per rifare velocemente le carte d'identità ai cittadini». Peraltro, aggiunge l'esponente di Forza Italia, «è stato ingeneroso nei confronti di Matteo Renzi che l'ha candidato, ma è una sua caratteristica, non ha mai mostrato grossa gratitudine neanche nei confronti di Letizia Moratti che l'ha indicato come commissario di Expo». De Pasquale legge poi negativamente «il ticket Sala-Majorino, perché rischia di far sbandare la linea politica della giunta ancora più a sinistra su temi come la sicurezza e l'immigrazione, si intensificheranno le attività di facciata come la tavolata antirazzismo in programma al parco Sempione o il no a misure antidegrado come i Daspo».

Il capogruppo della Lega in Comune, Alessandro Morelli, consiglia a Sala di «non giocare a fare il leader in pectore, rimetta i piedi per terra perché Milano ha bisogno di un sindaco concentrato 24 ore sulla città.

Peraltro anche il suo predecessore Giuliano Pisapia ha deciso di non ricandidarsi con un anno di anticipo e si è bruciato nel tentativo vano di cercare una posizione nazionale, oltre a fare il sindaco con la mano sinistra è sparito dalla scena politica».

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