Beppe Sala nel mirino degli hacker. Il traffico sul suo profilo Twitter è impazzito due volte nel giro di tre giorni. Qualcuno mercoledì scorso ironizzava sulla possibilità che il candidato sindaco del Pd avesse sbagliato l'acquisto dei «pacchetti» di follower. É uno strumento a cui ricorrono spesso i politici in campagna elettorale, serve a «gonfiare» il numero degli utenti - e quindi dei presunti militanti - che seguono il profilo pubblico. Lo staff aveva smentito. Ieri anzi ha fatto sapere che accaduto di nuovo, intorno alle 4 di ieri notte. L'account Twitter @NoiMilano2016 dl Beppe Sala è stato ha subito «un nuovo attacco informatico, con l'invio massivo di 10.000 follower fake o Bot» (in pratica, uno quota sporpositata di profili falsi). L'episodio è stato «immediatamente segnalato a Twitter dai responsabili social della campagna» e «a questo punto è ovvio che non si tratta più di episodi sporadici né di goliardate casuali, anche perché questi ultimi episodi richiedono una competenza informatica piuttosto elevata» e quindi è stata presentata una denuncia contro ignori alla polizia postale.
Tempi bui per il candidato di Renzi, sotto attacco degli hacker e scoraggiato dai sondaggi. Anche ieri Affaritaliani.it riportava gli ultimi dati in circolazione, in linea con quelli pubblicati già nei giorni scorsi, e confermano il testa a testa con lo sfidante del centrodestra. Stefano Parisi sarebbe intorno al 38% e Sala al 39, solo un punto di distanza tra i due big. Gianluca Corrado sarebbe invece lontano, intorno al 12-13%.
Mister Expo deve tenersi ben stretto almeno quel bacino di preferenze che la giunta Pisapia ha confezionato negli anni con una serie di provvedimenti a favore del mondo gay: dal registro delle coppie di fatto alla Casa dei diritti fino alla promessa di fine mandato dell'assessore Pd Pierfrancesco Majorino di concedere la sala matrimoni di Palazzo Reale anche alle coppie omo. Per questo è dovuto personalmente scendere in campo per risolvere le beghe interne alla lista Sinistra x Milano (la lista «arancione») e pregare Luca Paladini, fondatore dell'associazione gay «I Sentinelli» di candidarsi. Paladini nei giorni scorsi aveva comunicato il passo indietro polemizzando contro le decisioni e i metodi imposti da «un piccolo cerchio magico autoreferenziale». Dietro al ritiro ci sarebbe il rifiuto del partitino a candidarlo capolista o almeno nella testa di lista. Una pretesa giudicata eccessiva, avrebbe sorpassato anche esponenti Sel come Luca Gibillini che sono già stati consiglieri in carica negli ultimi cinque anni e hanno accettato di lasciare le posizioni alte ai big del movimento.
Ma Sala rincorre anche l'ultimo arrivato: «Milano guida l'Italia sui diritti civili e non faremo certo passi indietro - garantisce con un comunicato in mattinata-. In un momento in cui altri guardano al passato e mettono in discussione l'importanza dei traguardi raggiunti, Milano deve guardare sempre al futuro. Spero quindi sinceramente che Luca Paladini, che in tutti questi anni ha svolto un grande lavoro, in prima linea, per la difesa dei diritti, voglia proseguire questo percorso assieme a noi, partecipando alla mia corsa a sindaco».
E l'appello coglie nel segno. Paladini ammette di mantenere «qualche perplessità sulla formazione delle teste di lista pero è ovvio che mi hanno colpito dichiarazioni come quelle di Sala che mi impongono una riflessione».ChiCa
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