
Il Comune ricorre al Tar contro la Regione. Nel mirino c'è la delibera con cui la giunta lombarda lo scorso 31 luglio ha affidato ai Comuni la facoltà di assegnare direttamente gli spazi pubblici ad attività storiche ma, in caso di bando, ha imposto l'obbligo di riservare «specifiche premialità» (come incrementi di circa il 40% sulla valutazione totale) alle attività commerciali e artigianali (...) storiche e di tradizione, iscritte nell'elenco regionale, che hanno almeno 40 anni di attività. Apriti cielo. L'assessore al Bilancio Roberto Tasca, che ha ancora un contenzioso aperto con il ristorante «il Salotto» e la «Locanda del Gatto rosso», guarda ai 24 contratti in scadenza in Galleria Vittorio Emanuele nel 2020, oltre un terzo del totale (da Armani a Luisa Spagnoli, Versace, Church, Bric's, Cadè, Grimoldi, Verga, Algani Souvenire, Cravattificio Zadi) e vuole avere mani libere per far fruttare al massimo gli affitti. Nel 2018 gli incassi sono volati a 34 milioni, erano 30 nel 2017, l'anno prima 26. In 10 anni sono lievitati di 24,5 milioni (erano 9,5 nel 2008). «Altro che autonomia, qui siamo al sovranismo regionale - tuona Tasca -, una misura che rivela intendimenti politici medievali. Vogliono imporci nei bandi anche punteggi che premino il made in Lombardia, mi sembra una visione microcosmica. Per noi l'affidamento diretto è un'eccezione e rivendichiamo il diritto di tutelare l'interesse pubblico e la concorrenza. Così la Regione sembra imporre l'alterazione delle condizioni di gara ogni volta che il locale sia classificato come storico, fino al diritto di prelazione per chi è già inquilino». Il Comune, avverte, «si era già dotato a luglio di criteri propri per valutare eventuali ipotesi di rinnovo e premialità, quella della Regione è un'intromissione lesiva dei dettati costituzionali e normativi». La regola vale per tutti gli spazi del Comune in città.
Non si fa attendere la reazione della Regione. «Sorprende - afferma l'assessore allo Sviluppo economico Alessandro Mattinzoli - che il Comune convochi addirittura una conferenza stampa per creare una tempesta in un bicchiere d'acqua. Ogni ente, nello spirito della leale collaborazione, interloquisce con la Regione nella costruzione degli atti e anche nella segnalazione di criticità. La questione sollevata da Tasca non ha avuto alcun rilievo dall'Anci e la nostra Legge era stata approvata all'unanimità dal Consiglio regionale. Avrebbe potuto alzare il telefono e confrontarsi con me per capire in che modo applicare al meglio una norma che ha il solo scopo di favorire la tradizione e il valore delle attività che hanno scritto la storia del nostro territorio». Mattinzoli resta «a disposizione per un confronto politico, certo non consideri la via giudiziaria la cifra della qualità dei rapporti fra Regione e Comune». Confcommercio Milano esprime «preoccupazione per il contrasto istituzionale emerso sul tema dei locali storici». Le imprese con più di 40 anni di attività, sottolinea il segretario generale Marco Barbieri, «sono un valore non solo economico per la nostra società». Il leghista Gianmarco Senna, presidente della Commissione Attività produttive in Regione, giudica «sconfortante che a Tasca interessi solo il guadagno. Per noi tradizione e radici non hanno prezzo ed è basilare che chiunque arrivi a Milano e vada in Galleria trovi le nostre tipicità e non solo i grandi marchi del lusso.
Anche per il capogruppo regionale di Fi Gianluca Comazzi «l'obiettivo è favorire lo sviluppo di Milano tutelando al contempo le attività che fanno parte della storia. La giunta abituata a stendere tappeti rossi a marchi internazionali dovrebbe mostrare più riguardo».
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