Sabrina Cottone
Il tempo si fa breve e Beppe Sala cerca di radunare le truppe a sinistra. Compagni e compagne, rossi o arancioni, chi potrebbe decidere di rimanersene a casa. O addirittura di assestare uno schiaffone come quello annunciato in modo spettacolare da Dario Fo: la tentazione di votare Stefano Parisi, il candidato del centrodestra. E se lo fa Dario Fo, icona della sinistra radical sia pur trasmigrata tra i 5Stelle, perché non dovrebbero seguirlo altri? È stato lo stesso Sala ad accusare in tv Parisi di aver lavorato al ministero con il socialista Gianni De Michelis. E si sa quanto la tradizione socialista sia stata importante nella storia della sinistra milanese. Parisi ha dichiarato più volte di avere simpatizzanti a sinistra. Così, in questi variopinti rimescolamenti possibili tra manager, sembra che nei pronunciamenti delle ultime ore come nel segreto dell'urna davvero tutto possa accadere.
Forse anche per questo in questi giorni, in queste ore, il candidato Sala, mr Expo, colui che ha lasciato interdetti parecchi esponenti della sinistra meno renziana, torna a vestire la maglia di Che Guevara che aveva adottato per le primarie. Questa volta non si tratta di una t-shirt vera, ma di una serie di incontri che non vogliono lasciare dubbi sul suo attaccamento alla sinistra più a sinistra. Un vertice a quattro. Si parte da Giuliano Pisapia, il sindaco simbolo della riscossa radicale a Milano, che è riuscito a mettere in angolo l'establishment del Pd con la sua politica arancione. Con lui Massimo Zedda, il quarantenne sindaco di Cagliari, l'unico ad avere ottenuto il gallone di essere eletto (anzi rieletto) al primo turno. Erede di una famiglia ancorata al vecchio Pci, Zedda ha scelto di lasciare i Ds per passare a Sel, Sinistra ecologia e libertà. Insomma, sinistra modello Pisapia. E all'incontro di ieri tra Sala e i due sindaci, ha partecipato anche la coordinatrice milanese di Sel, Anita Pirovano. Continuità con gli arcobaleni in piazza Duomo e con la giunta che ha guidato Milano in questi anni.
Fanno notare i più attenti che Beppe Sala ha intensificato anche le sue presenze alla più sinistrorsa delle emittenti milanesi, Radio popolare. In questo periodo di avvicinamento al voto, e tanto più in questi giorni che accompagnano al ballottaggio, il manager di Expo, oggetto in passato di non pochi strali proprio dai microfoni aperti della radio più amata dai no global, si presenta in trasmissione almeno una volta la settimana. Alle primarie le sue apparizioni erano piuttosto una rarità.
Virata a sinistra anche nel recupero di Basilio Rizzo. L'annuncio solo venerdì, fa sapere il candidato sindaco che ha lottato al primo turno contro Sala, ma in un'intervista a Repubblica dice chiaramente «Al ballottaggio si vota per fermare il candidato ostile». Se non è una dichiarazione di alleanza, poco ci manca. Non c'è molto da sorprendersi all'indomani dell'arruolamento di Gherardo Colombo come testimonial della legalità: il magistrato tra i simboli di Mani pulite era stato molto corteggiato come possibile candidato della sinistra radicale alternativa a Sala, proprio al posto di Basilio Rizzo. Anche Dario Cossutta, il figlio di Armando, sul blog di Gad Lerner rivela che al ballottaggio voterà Sala, anche se - dice - «continuo a ritenere che la scelta di candidare Sala dopo l'esperienza Pisapia sia stata sbagliata».
Un mr Expo sempre più a sinistra.
E se l'endorsement di Adriano Celentano rientra in una tipologia politicamente incerta, e forse si spiega più per il comune amore ai Navigli scoperchiati, che ne penseranno di tutto questo quelli che la sinistra più a sinistra non la digeriscono?
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