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«Sala si fida di Sumaya? Per gestire l'islam non basta il sesto senso»

Il centrodestra vuole più rigore sulla Pd eletta E Parisi critica Mr. Expo: «Troppe boutade»

«Fatemi verificare». Beppe Sala due giorni fa ha preso tempo prima di commentare una vicenda che lo accompagna dall'inizio della campagna elettorale e si fa sempre più delicata. É il caso di Sumaya Abdel Qadar, futura consigliera Pd se vincerà il candidato sindaco del centrosinistra (ha preso più di mille voti ma il seggio è vincolato al premio di maggioranza). Settimane fa finì al centro di polemiche (anche da sinistra) per un premio ritirato a Colonia nella sede di Milli Gorus, associazione islamica che in alcuni Paesi è inserita nella black list, poi le posizioni estremiste del marito (aveva scritto su un messaggio Facebook finito sotto la lente) e infine per messaggi e immagini on line in cui la madre Zubayda Khalil inneggia alla «resistenza» palestinese, ad Hamas e alle brigate Ezzidin al-Qassam, braccio armato dell'organizzazione islamista. Ma anche ieri Sala ha difeso Sumaya: «Sono tutte cose che si riferiscono al passato, io mi devo fidare della buona fede di Sumaya e di quello che sta facendo. A Milano «abbiamo 70mila musulmani dobbiamo trovare le figure più adatte per dialogare e lei o è». Lo sfidante Stefano Parisi ribadisce che prima di autorizzare una mosche a Milano chiederà al governo una legge che dia gli strumenti per verificare la provenienza dei fondi e sigle con cui rapportarsi. «Campa cavallo» aveva ironizzato Sala in un confronto tv, ma Parisi preferisce seguire la linea del rigore. «Sala è superficiale - ha ribadito - ed esserlo su questo è pericoloso, mi preoccupa. Sumaya è sostenuto dall'Islam politico». E il capogruppo uscente Fdi Riccardo De Corato condivide: «Oggi sappiamo con che criterio Sala valuta i suoi collaboratori in un contesto delicato come quello dell'islam: si fida della buona fede. Tutta Milano dovrebbe dipendere dal sesto senso di Sala. Con questi criteri affiderà le moschee». Sumaya su Fb ieri ha ribadito: «Sono per il superamento dei conflitti senza l'uso della violenza rifiutandola sempre».

Tra Sala e Parisi ancora scintille sul tema periferie. Sono stati intervistati a ruota nella sede della Cisl. Prima mr Expo ha annunciato che se sarà eletto terrà «la prima giunta al Giambellino, poi una volta al mese negli altri quartieri. Parisi ha replicato: «La mia giunta si riunirà a Palazzo e ci occuperemo tutti i giorni delle periferie, non servono boutade elettorali ma fatti concreti, o finisce come con Pisapia che si è scordato per 5 anni dalle periferie». E Parisi non cede al gioco degli annunci di vip in squadra: «Vittorio Sgarbi? Assolutamente escluso.

Sala lancia la Bonino per attrarre i radicali, Gherardo Colombo per strizzare l'occhio alla sinistra radicale di Rizzo, ha annunciato Linus assessore per attirare i giovani ma si è già tirato indietro. Io avrò manager e professionisti indipendenti, anche esponenti dei partiti ma di esperienza». Sala ha conferma: «Linus? Sarà con me al 100%, ma non vuole fare l'assessore».

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