Centrodestra versus centrosinistra, ossia una coalizione che due giorni fa si è ritrovata con i propri leader intorno al tavolo e dopo un confronto su leadership e liste ha potuto lanciare una compatta la campagna flash per le Politiche del 25 settembre e - dall'altra parte - un minestrone di simboli che fa fatica ad amalgamarsi, mentre il tempo per depositare le candidature stringe. Se ne è accorto (e ha avuto l'onestà di ammetterlo) il sindaco Beppe Sala che ieri sui social ha bacchettato la propria parte politica. «É bastata una riunione l'altro giorno ai partiti del centrodestra per trovare l'accordo per le elezioni del 25 settembre - scrive -. Non mi meraviglio, non ho mai creduto alle supposte divisioni in questa compagine. Rimarranno compatti fino al voto. Dal giorno dopo, posso immaginare che non lo saranno affatto, ma posso anche immaginare cosa proporranno all'Italia». Dal suo punto di vista, ca va sans dire, un programma che non condivide. Per contro, «il centrosinistra, in queste ore - prosegue Sala - rimane ai veti incrociati? É arrivato il momento di finirla con posizionamenti e aspirazioni personali. Il segretario del Pd, Enrico Letta, ha indicato una linea, che mira all'unità: è la linea giusta. Nessuno dispone di una bacchetta magica, nemmeno Letta, ma bisogna dargli fiducia». Ripete tre volte: «Unità, unità, unità! Non so se è chiaro, ma queste elezioni che incombono non saranno semplicemente un confronto tra due schieramenti: saranno un referendum sul destino dell'Italia e dell'Europa, tra chi sta con il continente che ha garantito pace, prosperità e diritti alle sue popolazioni negli ultimi settant'anni e chi non condivide questo minimo comune denominatore e lavora per disgregarlo. Tra chi propone un ritorno al passato, con un modello di sviluppo sbagliato e nessuna attenzione all'ambiente e chi sa che bisogna cambiare. Tra chi pensa ai diritti di una sola parte della popolazione e chi vuole occuparsi di tutti e soprattutto di chi di diritti ne ha meno. Facciamo la nostra parte. E come è giusto poi i cittadini sceglieranno». Ovviamente, gli avversari contestano il modello Sala sugli stessi punti, buonismo e apertura indiscriminata all'immigrazione che ha creato quartieri ghetto e problemi di sicurezza e un'«attenzione all'ambiente» che si è tradotta in piste ciclabili caotiche e divieti.
Ma restando sul messaggio politico, Sala «striglia» in particolare il leader di Azione Carlo Calenda, che pone veti sul ministro Luigi Di Maio (il sindaco gli sta facendo da «consulente») o la sinistra che con Nicola Fratoianni può accettare il dialogo con Calenda solo se si riapre a Giuseppe Conte e i 5 Stelle. Detto che, lo stesso Sala che parla di «unità, unità, unità» e di togliere i veti ha già avvertito che per le Regionali 2023 il patto Pd-M5S ormai è spezzato: «Not in my name».
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