Sala toglie la maglia del Che Serve un'altra lista «al centro»

Mr Expo si accorge di essersi spostato troppo a sinistra E cerca di rimediare una formazione di area cattolica

Chiara Campo

«Noi pensiamo di essere palesemente in vantaggio, sulle idee». Beppe Sala prova a convincere (e convincersi) che il passo indietro di Corrado Passera per sostenere il candidato del centrodestra Stefano Parisi non significhi affatto che ora sia già costretto a inseguire. Proprio lui, che partiva con un vantaggio di due mesi sulla campagna elettorale e arrivava dai sei mesi di Expo costantemente sotto i riflettori. Mettiamo pure che non si possano sommare automaticamente i voti dell'ex ministro a quelli di Parisi, ma se la distanza tra il manager del centrodestra e quello del Pd secondo gli ultimi sondaggi era già di soli due punti (36 a 34%), e Passera «valeva» intorno al sei per cento, è più che probabile che il prossimo aggiornamento certificherà il sorpasso. «Questi calcoli sono palesemente sbagliati, mi sembra un errore macroscopico sommare le due cose. Quando usciranno lo vedremo» ha tagliato corto ieri Sala al banchetto del Pd in Darsena. Con lui il segretario dem Pietro Bussolati, Gad Lerner, il direttore del Museo della Scienza e tecnologia Fiorenzo Galli che guida la lista civica, Daria Colombo della Sinistra x Milano (che pure nel simbolo arancione sembra rimpiangere la campagna 2011 per Giuliano Pisapia), il capolista del Pd Pierfrancesco Majorino, che era il candidato meno renziano in campo alle primarie. Arriva per ultimo Ivan Rota, capolista dell'Idv, e mister Expo lo presenta come «il quarto capolista, ma forse qualcun altro arriverà». Una frase buttata lì, che accende subito la curiosità dei presenti.

I calcoli se li sono fatti bene - eccome - anche Sala e il Pd, e non sono affatto diversi da quelli in circolazione. Semmai peggio. Serve un piano d'emergenza. Dopo essersi sottomesso a tutti i veti di Sel e aver indossato i panni del «compagno Beppe» con la maglie del Che, senza convincere comunque la sinistra-sinistra che si prepara comunque a votare al primo turno comunque Basilio Rizzo, Sala deve cambiare strategia. E riposizionarsi al centro, per convincere quegli elettori di Passera che secondo mr Expo «non si sposteranno su Parisi perchè non condividono le posizioni leghiste e lepeniste dei suoi alleati». La campagna acquisti è iniziata. A giorni lancerà una quinta lista nella coalizione, di area cattolica. Giorni fa il vicepresidente della Compagnia delle Opere Massimo Ferlini, dopo i paletti della sinistra e i dubbi di Sala, ha rinunciato a candidarsi nella sua lista civica con una nota polemica: «Il mio auspicio aveva scritto in una nota - è che attorno a Sala possa fiorire la stessa primavera che ha visto crescere a Milano il solidarismo delle opere, di ogni colore, che ha fatto grande Milano. Ma in questa dimensione non possono esserci fiori appassiti». Sembra escluso (ma non del tutto) che dopo queste parole proprio lui possa rientrare in gioco, si vedrà. Potrebbe avere la regia nella formazione di questa lista centrista. Sull'uscita di Passera, il candidato del Pd ha assicurato che «dopo averci dormito una notte» l'ha «considerata una buona notizia.

Non avevo dubbi che sarebbe accaduto quindi meglio ora, abbiamo otto settimane per convincere i suoi potenziali elettori moderati. Parisi può avere il vantaggio di avere con sè un signore danaroso, Passera può portare un pò di risorse economiche alla sua campagna». Bonjour elegance.

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