«La fretta non aiuta, però credo che alla fine siamo riusciti a portare a casa quello che dovevamo. Ripeto, non ho chiesto una lira in più di quello che mi è stato assegnato». Così il sindaco Beppe Sala, ex commissario, ha commentato il giorno dopo la bocciatura della Corte dei Conti su Expo. Secondo i giudici contabili, che venerdì hanno presentato una relazione sui bilanci dell'esposizione, l'urgenza dei tempi averebbe comportato un aggravio dei costi. Hanno parlato di «alterazione del principio della concorrenza» su molti appalti, di «costi moltiplicati» a causa di molte varianti in corso d'opera». Sala ha ribadito: «Quello che so è che, partendo obiettivamente in ritardo e questo è acclarato, abbiamo fatto l'Expo. È andato bene, l'abbiamo fatto non spendendo soldi in più, poi per il resto ognuno farà il suo lavoro» e si è detto «tranquillo» anche sull'indagine in corso da parte della magistratura sul maxi-appalto per la Piastra. «É una sicurezza che gli invidiamo - ironizza il capogruppo Fdi in Regione Riccardo De Corato -, perchè abbiamo letto che i giudici rilevano criticità evidenti sulla gestione della società: a fronte di 1,2 miliardi di ricavi, l'esercizio 2015 si è chiuso con una perdita di 23,8 milioni di euro. Adesso è necessaria un'operazione trasparenza». Chiederà chiarimenti in consiglio Basilio Rizzo, che da anni solleva il dubbio che «si sia creata un'emergenza ad arte, per poter dire bisogna fare presto o salterà Expo e usare in modo disinvolto le regole sugli appalti».
E nel mirino del presidente dell'Anticorruzione Raffaele Cantone, come ha anticipato ieri La Verità, ci sarebbero gli accordi presi sula realizzazione del Padiglione Italia. L'Anac a fine dicembre ha scritto al commissario liquidatore di Expo Alberto Grando per contestare l'accordo transattivo raggiunto il primo luglio tra la società e le due imprese (Italcementi e Styl-Comp) che hanno prodotto i 750 pannelli esterni. Ma Cantone ha riscontrato anomalie su sponsorizzazione, costi e anche materiale utilizzato, se fossero confermate le distorsioni si aprirebbero dubbi sulla regolarità dell'appalto senza gara.
E torna il dubbio (come per la Piastra) che sala abbia firmato un documento retrodatato. «La stroncatura di Cantone pesa come un macigno - afferma il capogruppo Fi Gianluca Comazzi -. Come mai la Commissione Antimafia in Comune si occupa di tutto meno che delle vicende Expo?».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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