In salita la corsa per Palazzo Marino E da Milano parte il processo a Renzi

Non bastano la vittoria di Bollate o di Segrate, roccaforte del centrodestra conquistata grazie al crollo dell'affluenza, un candidato civico e una manciata di 49 voti in più a salvare Matteo Renzi dal «processo» del Pd sul suolo milanese. Specie in vista della battaglia più impegnativa del 2016, per Palazzo Marino. L'effetto-Renzi sulle Europee 2013 sembra un lontano ricordo. Molto più attuali la rimonta di Lega a Forza Italia in Comuni dove alla sinistra un anno fa sembravano in via d'estinzione. E i dem sanno che la prossima campagna si giocherà sui temi della sicurezza e dell'immigrazione, e gli argomenti usati fino ad oggi dalla giunta Pisapia non sono quelli giusti. Un'analisi schietta parte da Roberto Cornelli, ex segretario metropolitano del Pd «rottamato» nel 2013 dalla corrente renziana ed esponente della SinistraDem: «Al ballottaggio si perde a Cologno, Corsico e in altri Comuni lombardi. Si vince a Lecco, Mantova, Bollate e per un soffio a Segrate. Non c'è dubbio: si è invertito un trend, che aveva visto il Pd e il centrosinistra vincere in tutti i Comuni milanesi e lombardi a ogni elezione dal 2011 fino all'anno scorso. Se guardiamo anche ad Arezzo, a Venezia, mi sembra evidente che questo Pd, il cui segretario nazionale oggi dice che "non è una sua sconfitta", stia arrancando e i primi segnali di scollamento a livello locale siano evidenti». Cornelli scuote i suoi: «C'è qualcuno che vuole tirare fuori la testa dalla sabbia prima che sia troppo tardi? O siamo già al punto di non ritorno per un partito politico, in cui "se si perde, perdono i candidati, se si vince ho vinto io?"».

É un renziano duro e puro ma non nasconde i timori su Milano 2016 il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri: in questo passaggio elettorale, ammette su Affaritaliani.it «il vento nazionale non c'è stato, complice la fatica di uscire dalla crisi. Ancora non si vede il risultato delle riforme messe in campo. Soprattutto nell'ultimo mese le questioni legate all'immigrazione e alla sicurezza hanno preso il sopravvento e facciamo ancora fatica a trovare una nuova proposta all'altezza dei cambiamenti intervenuti nella società». Ammette che «la partita per Milano è molto aperta e non bisogna commettere errori». Il consigliere-ambientalista Carlo Monguzzi, nell'ala più a sinistra del Pd, dice: «Abbiamo perso ed è colpa di tutto il Pd, Renzi, i renziani e la sinistra. Ora dobbiamo ricominciare con un programma serio senza insultare nessuno». Difficile. Per l'ex tesoriere del partito, Fabrizio Vangelista, «occorre capire le cause dell'arretramento elettorale degli ultimi mesi che coincide con alcune scelte, a mio avviso sbagliate, del premier-segretario».

Un'analisi lucida quella del coordinatore del centrosinistra in Regione Umberto Ambrosoli, esponente della società civile e tra i papabili per il 2016: rimarca che Lecco e Segrate sono «due punti di soddisfazione per il Patto Civico», ma «su uno sfondo di amarezza: non si

può gioire quando la partecipazione al voto scende addirittura sotto il 50%. É più di un campanello d'allarme. È il segno che occorre una profonda opera di rigenerazione della politica. Il cammino è ancora lungo da fare».

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