Matteo Salvini scalda le ruspe (anche) a Milano. Il ministro dell'Interno due giorni fa ha inviato una circolare a tutti i prefetti per chiedere la mappa dettagliata dei campi rom, sinti e caminanti, per pianificare sgomberi di quelli abusivi e chiusure o provvedimenti su quelli che definisce «teoricamente regolari». Il vicepremier della Lega ha chiesto di acquisire «elementi su (...) su tipologia di insediamenti, se autorizzati o abusivi, e densità abitativa; condizioni, come presenza di reti idriche elettriche e fognarie ed eventuali allacci abusivi; presenza di manufatti fissi e strutture mobili; pregressi incendi o altri episodi pregiudizievoli per l'incolumità pubblica; eventuali segnalazioni sulle condizioni dei minori, anche con riferimento alle situazioni di abbandono scolastico o coinvolgimento in episodi pregiudizievoli». In città attualmente sono rimasti 5 campi autorizzati - in via Bonfadini 39, Impastato, Chiesa Rossa, Martirano e Negrotto - dove vivono secondo i censimenti più recenti un totale di 166 famiglie (642 persone). Quattro sono i campi non regolari ma consolidati negli anni e tenuti sotto osservazione dalla polizia locale (il più grande è Montebisbino con circa 130 rom harvati, rumeni e sinti italiani, Vaiano Valle, Bonfadini 38 e Cusago, enclave di slavi), per un totale di 61 famiglie, 312 persone. Aggiungendo carovane che si piazzano a turno in varie zone (oggi il Comune poserà portali anti camper nel parcheggio dell'ospedale San Carlo per bloccare l'assedio) e mini insediamenti, la popolazione nomade stabile in città arriva a 2.500 persone. Il Comune fa sapere che la frequenza scolastica in questi anni nei campi è vicina al 100%, sono stati mandati in classe oltre 500 bimbi. Un mesetto fa il sindaco Beppe Sala ha annunciato i daspo urbani contro le carovane abusive ma la delibera non è ancora arrivata in giunta. E alla vigilia dell'addio a Palazzo Marino, l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino (eletto in Ue) si è scatenato ieri contro la circolare di Salvini, definito in un post su Facebook «il ministro dell'inferno». «Non passerò le ultime ore da assessore a fornirgli informazioni utili a vedere gente sbattuta per strada e bambini trattati come carne da macello elettorale - ha scritto -. So bene che è un tema impopolare e la difficoltà di integrare la popolazione rom e sinti è carica di insuccessi, e anche in quartieri di Milano cresce spesso una esasperazione alimentata non solo da campagne d'odio ma pure da tanti episodi di illegalità. Tuttavia, l'ennesimo tentativo di Salvini di costruire un'altra pagina di ghettizzazione è da respingere. Se arriveranno richieste riguardanti la necessità di organizzare censimenti su base etnica volti a organizzare sgomberi generalizzati, io non darò minimamente il mio contributo e son certo che la giunta in futuro, allo stesso modo, non si presterà. Abbiamo bisogno di un grande piano nazionale a sostegno dei bambini rom ma il governo Conte e Salvini sono totalmente assenti». Il sindaco premette che in prospettiva non è «contrario alla chiusura dei campi, ma bisogna trovare soluzioni alternative. Finché Salvini non ci spiega a cosa serve il censimento lo vediamo come illogico, se è allo scopo solo di chiudere o limitare campi poi come gestiamo la questione? Il mio terrore come nel caso degli Sprar chiusi ai profughi è che si vedano campi nomadi in giro e aumentino le lamentele. Per Gabriele Rabaiotti, deleghe al Welfare, «se si parla di censimento etnico, non daremo riscontri». L'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato (Fdi) delude i colleghi in Comune: «A breve presenterò il censimento dei campi in Lombardia e anche Milano mi ha fornito i dati». E la consigliera della Lega Silvia Sardone ribatte: «Majorino antepone l'ideologia al tentativo di risolvere problemi evidenti.
La direttiva è un'ottima azione per riportare sicurezza, non è razzismo ma buonsenso. A Milano l'integrazione è fallita, è stata uno spreco di soldi, tra Cat di via Sacile costato 2 milioni in 3 anni al Villaggio Martirano dove sono stati pagati il 20% degli affitti».
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