Cronaca locale

«Salvini deve imparare il metodo Berlusconi»

«Da solo non può che perdere, mi auguro non faccia lo stesso errore di Bologna»

«Questa è la città di Berlusconi, non solo di Salvini. Alcuni sanno che Salvini è di Milano. Tutti sanno che Berlusconi è di Milano e che questa è la città in cui è nata Forza Italia». Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale del partito, chiede alla Lega «più spirito di coalizione».

Silvio Berlusconi dice no alle primarie e ci sono già contestazioni. È la scelta giusta per Milano?

«Premetto che nessuno demonizza le primarie, nemmeno Berlusconi, perché c'è stato un documento steso da lui in ufficio di presidenza che ne parla. Però lui ne mette in evidenza i limiti e parla di primarie manipolabili».

Quali sono i limiti delle primarie nella scelta del candidato sindaco?

«Sono stati scelti con le primarie i peggiori sindaci di sinistra: De Magistris, Marino e Pisapia. Tre sindaci, tra cui proprio il sindaco di Milano, che non hanno prodotto i risultati sperati. E abbiamo visto quel che è successo in Liguria, con lo scontro tra Cofferati e la Paita che ha contribuito a far perdere la sinistra».

Crede che le primarie sarebbero manipolabili anche in una città come Milano?

«Sono manipolabili perché non sono istituite per legge. In America sono a prova di broglio e trasparenti, costruite per essere uno strumento serio di selezione della classe dirigente. Senza regole, sono manipolabili. Toti e Brunetta le propongono non perché innamorati delle primarie ma perché oggi che Berlusconi non è più presidente del consiglio, la tenuta del centrodestra è più difficile, perché c'è poco spirito di coalizione».

Nel centrodestra manca spirito di coalizione?

«Chiedo che Salvini abbia la lungimiranza non solo di confrontarsi con Berlusconi, cosa che evidentemente avviene, perché il rapporto tra di loro è buono, ma anche di applicare il metodo Berlusconi, cioè ascolto, dialogo e capacità di tenere insieme tutti. Oggi molti vorrebbero il ruolo di Berlusconi, ma nessuno ha la sua capacità di tenere unita la coalizione, spendendosi in cene, incontri, tempo dedicato a mantenere l'unità. Non si può procedere in ordine sparso».

È Salvini a procedere in ordine sparso?

«A Bologna ha annunciato la sua candidata senza confrontarsi con nessuno. Mi auguro che non faccia lo stesso errore a Milano. Se vuole essere un leader, deve dimostrarsi capace di fare sintesi. Salvini da solo può decidere di perdere Milano, se vuole vincere non può prescindere da dialogo e capacità di allargare senza veti né esclusioni, estendendo alla società civile».

Il candidato migliore arriva dalla società civile? Maroni propone un politico.

«Forza Italia ha nel suo dna l'apertura alla società civile, ma il candidato può anche essere un politico, come dice Maroni. Non ritengo la politica subalterna alla società civile, però per sconfiggere Pisapia e il suo sistema di potere, serve una grande visione politica che non può escludere la società civile. Se il candidato è un politico, deve avere grande sostegno e consenso in città, amare Milano e interpretare la sua battaglia per voltare pagina. Serve un metodo per trovare la persona giusta».

Senza le primarie, quale può essere il metodo?

«Confronto con gli alleati e, dove ci sono criticità, confronto serrato, anche duro, per risolverle. Serve unità nei programmi e nelle idee. Del Debbio ha detto no, non credo che cambierà idea, il suo no pesa ma non è un dramma, nel senso che sono fiduciosa che si individui un candidato capace, all'altezza. Urge la convocazione di un tavolo in cui con gli alleati si decidano le regole. Se Salvini non lo vuole a livello regionale, lo faccia a livello nazionale».

Maroni chiede di decidere il candidato a settembre. Troppo presto?

«Condivido totalmente che bisogna fare in fretta. Ha ragione nell'imprimere un'accelerazione, ma se non è stato individuato il candidato non è colpa di Forza Italia che invoca tavoli da mesi e non è mai sfuggita al confronto».

A quale coalizione pensa Forza Italia?

«Forza Italia e Lega con Fratelli d'Italia. C'è la criticità di Ncd. Capisco Salvini ma in Regione si governa insieme e il problema Ncd è superabile. Il tema è andare oltre questa coalizione raccogliendo tutti coloro che vogliono cambiare pagina: comitati di quartiere, la lista Terzi- Pillitteri, Mardegan, persone di livello come il professor Carrubba e Gabriele Albertini. E penso a Letizia Moratti».

Alla Berghem Fest annuncerete il nuovo assessore al Welfare?

«Noi non sentiamo il bisogno di novità nella giunta. Se Maroni avrà comunicazioni da fare, le farà.

Se ci saranno novità, toccherà a lui comunicarle».

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