Salvini scuote la Regione «Fatti concreti o tutti a casa»

Nervi tesi nel centrodestra dopo l'ultimatum lanciato dal segretario lombardo Matteo Salvini al governatore Roberto Formigoni a cui la Lega dà quindici giorni di tempo per portare risultati concreti, «altrimenti si va a casa». Una minaccia non da poco in tempi di giunte traballanti. «La simpatia dei leghisti per Formigoni è ai minimi - ha spiegato -, ma se portiamo a casa dei risultati, tutti sono tranquilli. Sennò ascolto la mia gente e salta tutto». Già pronto l'elenco delle richieste: esenzione dai ticket sanitari per i lombardi già dal primo gennaio («assurdo che a essere esentati siano solo i pensionati con un cumulo di reddito massimo di 8mila euro, praticamente nessuno»), aiuti per le aziende agricole in difficoltà, il ritorno a Nord del call center sanitario della Regione oggi a Paternò, un fondo per il dissesto idrogeologico per i piccoli Comuni, l'aumento da 5 a 10 anni degli anni di residenza per avere una casa popolare e l'ok al progetto di legge affinché le guardie giurate possano fare sicurezza sui mezzi pubblici.

Secco il coordinatore pdl Mario Mantovani che a proposito delle «scadenze che gli amici della Lega avrebbero nuovamente sancito per la prosecuzione dell'alleanza», risponde che «rimaniamo al positivo incontro dello scorso 25 settembre tra l'onorevole Maroni e il presidente Formigoni che ha nuovamente sancito la volontà di proseguire il mandato ricevuto dagli elettori».

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