Si conoscerà domani mattina un pezzo importante della sorte di Piero Daccò, il lobbista in carcere dal novembre dello scorso anno per le inchieste sulla sanità lombarda. Domani il giudice preliminare Maria Cristina Mannoci emetterà infatti la sentenza a carico di Daccò e del suo coimputato, l'imprenditore Andrea Bezziccheri nel processo con rito abbreviato per la bancarotta del San Raffaele. L'ospedale fondato da don Luigi Verzè alla fine riuscì a evitare il fallimento: ma la Procura, come previsto dalla legge, ha inquisito ugualmente per concorso in bancarotta manager, fornitori e consulenti accusati di avere aggravato il dissesto dell'ente.
Per Daccò i pm hanno chiesto cinque anni e mezzo di carcere; il difensore Gian Piero Biancolella ha invece chiesto l'assoluzione per non avere commesso il fatto, sostenendo che Daccò non aveva conoscenza dello stato dei conti del San Raffaele. Qualunque sia la decisione del gip, la sentenza è destinata a influenzare la linea difensiva di Daccò nell'altra indagine che lo vede coinvolto insieme al governatore Formigoni, quella sulla fondazione Maugeri.
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