San Raffaele, ora scatta la rivolta dei docenti

San Raffaele, ora scatta la rivolta dei docenti

La situazione è ai ferri corti all'università Vita e salute del San Raffaele. Non solo gli studenti ma anche i professori sono sul piede di guerra. Ieri tutti gli insegnanti, ad eccezione di sei, hanno sottoscritto una lettera indirizzata ai vertici del consiglio di amministrazione dell'associazione Monte Tabor e dell'ateneo per chiedere le dimissioni del rettore. Di contro chiedono la nomina di un presidente di garanzia designato dal ministro Francesco Profumo.
Altrimenti chiederanno un intervento diretto del ministero. «Una procedura di massima urgenza - scrivono - dettata anche dalla rilevanza sociale del blocco operativo e dalla necessità di garantire la continuità didattica per studenti, specializzandi e dottorandi». Insomma, l'ipotesi di sciogliere la convenzione con l'ospedale San Raffaele e di sottoscriverla con un altro ospedale spaventa tutti al Vita e Salute. E non piace la tensione da «separati in casa» che vige tra ateneo e ospedale.
Anche l'assessore al Lavoro, Università e Ricerca del Comune di Milano Cristina Tajani è intervenuta sulla questione: ha scritto una lettera al ministro Profumo per esprimere preoccupazione per il futuro dell'ateneo Vita e Salute e per chiedere un intervento a tutela di ricercatori e dottorandi, intimoriti dall'ipotesi di una convenzione con un altro ospedale. «Abbiamo ricevuto la scorsa settimana una delegazione di studenti e specializzandi dell'università San Raffaele in occupazione - ha ricordato Tajani -. Ai giovani medici abbiamo assicurato che il Comune, pur non avendo competenze specifiche in materia, segue con attenzione l'evolversi della situazione». «Per noi - ha aggiunto l'assessore - la priorità é salvaguardare i percorsi di studio in essere assicurando continuità agli specializzandi ed agli studenti frequentatori l'ospedale.

Al ministro Profumo ricordo proprio questo: l'università e l'ospedale San Raffaele rappresentano ragione di attrazione sul nostro territorio di studenti e ricercatori ed é interesse del Comune salvaguardare questo polo».

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