Sanità, il «cervellone» va a caccia di sprechi

Una lente sulla sanità per combattere gli sprechi. Questo è l'obiettivo del Centro interuniversitario Healthcare Research & Pharmacoepidemiology che si inaugura oggi all'Università Bicocca. E non solo per Milano o la Lombardia: al nuovo centro aderiscono 16 atenei, 8 Regioni e 4 società scientifiche per controllare i costi delle cure per il 35 per cento degli italiani. Con un cervellone elettronico che troverà milioni di euro di risparmi senza discutere di licenziamenti o pagare commissari speciali.

E un primo esempio di come possa aiutare il pubblico a gestire i conti arriva dalla Lombardia: ogni anno vengono entrano in trattamento per la prevenzione primaria di problemi cardiovascolari più di 300mila persone tra i 40 e i 79 anni, ma in pochi proseguono la cura. Sul totale solo 6 su 10 proseguono le cure per più di un anno «vanificando la terapia e incidendo sulle spese del sistema sanitario nazionale – spiegano dal centro - Un'unica prescrizione isolata, infatti, comporta uno spreco di risorse che per la Lombardia è di 2,5 milioni di euro all'anno». E non esiste solo un costo economico, visto che chi ha subito almeno un attacco di cuore se non si cura rischia la vita più degli altri: «Di 7.776 pazienti ricoverati in urgenza per attacco ischemico transitorio tra il 2007 e il 2008, l'8 per cento nei cinque anni successivi, non ha ricevuto cure mediche. E per questi pazienti il rischio di morire per malattie cardiovascolari o di essere ricoverati per ictus è 2,5 volte superiore».

Ogni Regione, quindi, avrà a disposizione un software per interrogare i database dove vengono registrati tutti i dati, dagli esami del sangue ai ricoveri ospedalieri, delle prestazioni sanitarie. Grazie al cervellone elettronico che raccoglie tutti i dati , si potranno ricostruire le prestazioni e gli esiti delle terapie per conoscere i punti deboli del sistema e tentare di risolverli senza però violare la privacy: le informazioni saranno gestite direttamente dalle Regioni, mentre il Centro metterà a disposizione il software e garantirà un'attività di consulenza. «Ridurre le cure è un risparmio solo apparente per lo Stato – spiega Giovanni Corrao, direttore del Centro e ordinario di Statistica medica della Bicocca - Chi non viene sottoposto a cure preventive ha un elevatissimo rischio di essere ricoverato. E i ricoveri, per le sole malattie cardiovascolari, incidono per il 65 per cento sulle spese del servizio sanitario nazionale. Il Centro Healthcare Research & Pharmacoepidemiology è un organismo scientifico di riferimento per istituzioni, operatori e ricercatori che vogliono approfondire i temi dell'utilizzo, dell'appropriatezza, dell'efficacia, dell'efficienza e dell'equità degli interventi preventivi, curativi e riabilitativi».

Oggi alla cerimonia di inaugurazione Cristina Messa, rettore della Bicocca, Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Nerina Dirindin, membro della commissione Igiene e sanità del Senato e Giuseppe Sechi, dg Sanità della Regione Sardegna. Tutti insieme per battezzare questa nuovo occhio elettronico che svolgerà un lavoro molto simile ai commissari come Cantone o altri suoi colleghi.

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