Sanità, Ncd si fa una legge «Penalizzato il non profit»

Nel testo si punta a precisare chi prenderà il posto delle Asl per erogare i servizi ai cittadini. Critiche alle Aisa: «Sono cartelli»

In settimana Ncd depositerà in consiglio regionale una proposta di legge per la riforma della sanità. Una difesa dell'attuale sistema? Dice di no Angelo Capelli, vicepresidente della commissione Sanità. Membro della direzionale nazionale Ncd, con l'assessore Mario Mantovani, l'azzurro Claudio Pedrazzini, il leghista Fabio Rizzi e Riccardo De Corato di Fdi, è tra i tecnici al lavoro sulla sanità: «Non vogliamo difendere il sistema esistente, perché esistono margini notevoli di miglioramento. Anzi, i principi base della riforma per noi sono condivisibili e anche l'assessorato unico può andare bene».

E allora perché una legge a parte? «Innanzitutto c'è un problema di copertura. Adesso siamo chiamati a decidere se approvare o no le sei nuove agenzie Aisa senza che sia stata fatta l'analisi dei costi» dice Capelli, che da avvocato sostiene che «così com'è oggi il testo è irricevibile dal consiglio, perché manca la relazione economico- finanziaria, che è obbligatoria».

Nella proposta di legge di Ncd, che condivide i principi base della riforma, «quel che cambia sono i passaggi successivi: noi chiediamo che sia rivisitata anche la legge 3, che dice chi si deve occupare di assistenza domiciliare, centri disabili diurni, assistenza delle persone anziane. Nella legge non c'è traccia di come viene integrato nelle sei Aisa il servizio che oggi è prestato tramite i Comuni e il terzo settore con i piani di zona». In sostanza, con l'abrogazione delle Asl, nella legge «non si capisce chi sostituirà le Asl nella funzione di governo delle erogazioni di prestazioni socio- assistenziali e socio sanitarie, in questo momento erogate dai piani di zona dei Comuni. È proprio l'area della cronicità: chi si occupa di chi è a casa, è parzialmente disabile, ha problemi di cuore? Come governi l'erogazione dei servizi? Questa funzione costituzionalmente spetta ai Comuni». Così, nella proposta di legge di Ncd «si parte dal presupposto che legge 31 sulla sanità e legge 3 sul sociale devono essere integrate».

Il timore di Ncd, inoltre, è che con la nascita delle Aisa, che accorperanno funzioni sanitarie e sociali, mettendo insieme grandi ospedali, consultori, Sert, a essere penalizzate siano le piccole strutture, che non saranno assolutamente in grado di competere. «Non c'è spazio per non profit e cooperazione sociale. Questi due attori, erogatori di prestazioni, nelle Aisa che fine fanno?». Secondo Capelli, non profit e terzo settore «sono totalmente trascurati, come se non esistessero, soprattutto in considerazione del fatto che sono i Comuni ad avere il governo di quel livello di assistenza, perché glielo attribuisce la legge». La ragione è in queste mega agenzie, con cui i privati non possono competere, se si eccettuano pochi casi di strutture grandi e forti. Medi e piccoli operatori verrebbero esclusi: «L'Aisa costituisce un cartello di soggetti che erogano prestazioni anche molto eterogenee tra di loro e che implicano una necessità di grossi investimenti per i privati. Così nascono grosse realtà che non tengono conto della rete che esiste sul territorio, fatta di piccole strutture».

Inoltre, Ncd contesta la vaghezza che riguarda la ricerca. Nella legge si dice che «alcune Ais» potrebbero avere anche funzione di Irccs, cioè essere anche centri di ricerca. «Ma quali? Non si specifica quali strutture potrebbero dedicarsi alla ricerca».

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