Sanità, oggi prende il via la riforma I «formigoniani» chiamano il ministro

Sanità, oggi prende il via la riforma I «formigoniani» chiamano il ministro

Solo qualche «adeguamento formale» e la relazione tecnico-finanziaria chiesta dal nuovo regolamento del consiglio regionale entrato in vigore il primo gennaio. Intorno al governatore Roberto Maroni si liquida come poco più che un intoppo burocratico il nuovo passaggio in giunta a cui sarà costretta oggi la riforma sanitaria già varata con gli assessori l'antivigilia di Natale. Nessun bisogno di ricominciare tutto da capo anche se il segretario del Pd Alessandro Alfieri dice che «una gestione così superficiale non si era mai vista, perché sembra reggere il patto stretto dall'assessore azzurro alla Salute Mario Mantovani con il presidente leghista della commissione Fabio Rizzi protagonista di una prima fuga in avanti con la bozza che aveva rischiato di far naufragare l'intesa.

Ma l'orizzonte non è poi così sereno, perché gli orfani formigoniani di Ncd non sono disposti a cancellare con un colpo di spugna l'impalcatura ventennale costruita dal Celeste. E, tanto per rinfocolare la polemica, hanno convocato per lunedì al Pirellone un convegno con il ministro Beatrice Lorenzin che dovrà parlare di «Patto della salute e riforma sanitaria lombarda». Con gli alfaniani pronti a «un Vietnam in commissione» per bloccare un'impostazione considerata bulgara. «Troppo statalista: cosa sono tutte queste agenzie che ingessano il sistema? E tutti questi controlli?». Per non parlare di una «libertà di scelta per il paziente prima enunciata e poi rinnegata nei fatti». Per il cardiologo Stefano Carugo «questa per Maroni può essere la grande occasione, ma anche un fallimento». Perché in campo oltre al documento della giunta ci sono i pdl di Ncd e quello del Pd. Visto che, come spiega il capogruppo Claudio Pedrazzini, «quello di Fi è riassorbito nel patto Mantovani-Rizzi».

Tranquillo l'assessore Mantovani che oggi presenterà le Regole per la gestione del Servizio Socio Sanitario Regionale, dove alcuni elementi della riforma «sono già stati recepiti». Mentre dopo la giunta, Maroni presiederà il tavolo della maggioranza per preparare il testo della riforma da portare in commissione e poi in aula per discussione e voto.

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