Moratti sbatte la porta. Ma arriva san Bertolaso

Il medico delle emergenze diventa assessore al Welfare. E addio alibi per Moratti (la linea morbida sui no vax)

Moratti sbatte la porta. Ma arriva san Bertolaso

«Sono Guido Bertolaso, risolvo problemi». L'ex capo della Protezione civile torna in Lombardia per la terza volta in meno di tre anni, e la battuta cinematografica «tarantiniana» si attaglia perfettamente a questa sua nuova entrata in scena, sempre da protagonista anche se con un ruolo nuovo, quello di assessore al Welfare, dopo le dimissioni di Letizia Moratti (mentre vicepresidente della Regione, per ora, potrebbe tornare provvisoriamente Fabrizio Sala, eletto deputato un mese fa).

Non è stata facile da gestire, per il centrodestra - non solo lombardo - questa vicenda che ha portato allo strappo definitivo della ex sindaco dopo un «tormentone» durato per quasi tutta la stagione estate-autunno. Imbarazzante, e teso, il dualismo col governatore Attilio Fontana e imbarazzante anche l'esito, quelle dimissioni annunciate con una dichiarazione ostile nei confronti del presidente e polemica col centrodestra di governo. Non è stato un passaggio semplice, ma certo lo rende più agevole la scelta di un uomo come Bertolaso, e la sua decisione di dire sì per l'ennesima volta, da vero «servitore dello Stato» come dice il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi, che è stato il suo «scopritore». «È stato un eccellente Capo della Protezione civile nei miei governi - ha detto ieri - e poi un efficientissimo commissario per i vaccini contro il Covid per la Lombardia, ma, prima di tutto, è un medico». La scelta fra l'altro smonta anche l'alibi accampato da Moratti, la presunta linea morbida sui medici no vax.

Nel marzo 2020, in piena pandemia, nel momento drammatico in cui il Covid infuriava e mieteva vittime, il medico specializzato in scenari d'emergenza era stato chiamato da Fontana per realizzare velocemente l'ospedale in Fiera, e in tempi record l'aveva realizzato, pur contagiandosi lui stesso. In seguito era tornato in un altro momento cruciale, proprio per allestire una campagna vaccinale che sembrava partita col freno a mano tirato e poi invece ha fatto scuola, in Italia e non solo.

Incarichi per lo più non retribuiti - se non simbolicamente - lavoro silenzioso, uscite di scena felpate ed eleganti e poi ritorni nel momento del bisogno. Questo lo stile di un uomo che ha il vizio di risolvere problemi della collettività, prima ancora che delle politica. La nomina era pronta da un mese. «Ho nominato Bertolaso assessore al Welfare - ha detto Fontana - perché la sua competenza e conoscenza della macchina operativa della Sanità lombarda ci permetterà di non perdere nemmeno un giorno di lavoro. Il potenziamento della sanità territoriale con l'utilizzo dei fondi del Pnrr, dove Regione Lombardia intende ben utilizzare fino all'ultimo euro in arrivo dall'Europa, e soprattutto il forte impegno che ho chiesto per il recupero delle liste d'attesa sono i principali temi di questi prossimi mesi: la cura dei lombardi e di tutti i cittadini italiani che qui vengono a curarsi è il nostro più grande impegno».

«Buon lavoro Guido e grazie di essere sempre disponibile per la Lombardia», lo accoglie Fontana, e «buon lavoro» dice anche Salvini, mentre il ministro dell'Autonomia Roberto Calderoli dichiara: «Da lombardo ho a cuore la sanità e la salute quindi sono felice della scelta». «È una persona efficiente ed efficace come pochi». E altri due leghisti, Roberto Anelli, capogruppo regionale, e Fabrizio Cecchetti, coordinatore regionale, possono dire apertamente ciò che molti trattenevano a fatica: «Il vero artefice della campagna anti-Covid è stato Guido». «Plaudiamo alla scelta annunciata dal governatore di assegnare le deleghe a Bertolaso - dicono - di fatto il vero assessore per mesi. Si tratta di una persona capace, competente e di indubbio valore, già dimostrato in tanti anni in altri contesti difficili come le emergenze successive ai terremoti, è l'uomo che ha lavorato in prima linea nella prima ondata della pandemia».

«Bertolaso, aggiungono Cecchetti e Anelli - ha impostato il perfetto piano vaccinale che lo scorso anno ha consentito alla Lombardia di essere la Regione più efficiente nel somministrare le tre dosi vaccinali.

Ora potrà riprendere il suo lavoro e affrontare le nuove sfide che attendono la Lombardia in materia socio sanitaria e assistenziale. Da oggi la giunta lombarda è ancora più forte». «Le dimissioni di Moratti e la nomina di Bertolaso sono due ottime notizie», sintetizza la ex vicepresidente, ora consigliera, Viviana Beccalossi.

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