Santo Padre benvenuto nella Lampedusa senza il mare

di Giannino della Frattina

Benvenuto Papa Francesco nella Lampedusa senza il mare. Nella Mediolanum che da «terra di mezzo» tra est e ovest, si trasforma in terra d'approdo per la disperazione del sud del mondo. Cortocircuito tra le vette patinate dei grattacieli e il ruvido dei cartoni dove i senza tetto dormono la notte ai loro piedi. Capitale da tempo economica e con la decadenza di Roma sempre più anche morale, ma allo stesso tempo cattedrale della solidarietà e del terzo settore che fa pulsare quel «cuore in mano» da sempre nel suo dna. E se mai in questi mesi difficili in cui la «crisi» dei migranti si è trasformata da emergenza in dura quotidianità si sono sentite levarsi le lamentele, questo non significa che si possa continuare ad affrontare coi cerotti una piaga evidentemente epocale. Perché i milanesi il loro dovere di solidarietà l'hanno fatto e lo faranno, ma a mancare sono Stato e istituzioni.

E così da lei, Santo Padre, pur consapevoli della infinita distanza tra la Città di Dio e quella degli uomini, si attendono parole chiare sul modo per coniugare l'amore del prossimo con la necessità della sua integrazione nelle leggi di questa nostra civiltà occidentale e cristiana, mai così messa in pericolo. Più ancora che da migrazioni e terrorismo, da quel pernicioso relativismo culturale denunciato dal papa teologo Benedetto XVI.

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