Ultim'ora
Corea del Sud, Parlamento destituisce il presidente Yoon
Ultim'ora
Corea del Sud, Parlamento destituisce il presidente Yoon

«Sarà impossibile risalire a chi ha votato»

Il responsabile Smartmatic: «Sistema sicuro, i dati a Lombardia informatica»

Marco Lombardo

Comunque vada, quella di domenica sarà una consultazione epocale: la prima completamente tecnologica. La Lombardia per il suo referendum ha scelto il voto elettronico e Diego Chiarion spiega perché questo dovrebbe essere il primo passo verso elezioni più moderne. Lui è il responsabile italiano di Smartmatic, l'azienda scelta: nata in Delaware, negli Usa, ha sede in Inghilterra. Ed è pronta, a prova di qualsiasi malintenzionato.

Sarà una votazione sicura?

«Premesso: in tecnologia ormai è possibile tutto e il suo contrario. Ma in questo caso non abbiamo dubbi che i voti espressi dai cittadini saranno protetti al 100%».

Ci spieghi.

«Innanzitutto: i data center e la connettività per la trasposizione del voto sono in mano a Lombardia Informatica, e questo è una garanzia che tutto resterà a disposizione della Regione. Noi forniamo le macchine del voto e le stampanti».

C'è anche una parte cartacea?

«È stato deciso che 1300 macchine su 24 mila, cioè circa il 5%, abbiano la possibilità di riprodurre su carta i voti contenuti. Serve a fare un riscontro sulla loro corrispondenza. Ma noi, come detto, ne abbiamo già la certezza».

Un voto a prova di hacker, insomma.

«Sì: le nostre macchine non sono online, in più hanno una doppia memoria di sicurezza. E i voti verranno registrati tutti come fatti alla stessa ora dello stesso giorno, in maniera casuale. Risalire insomma alla scelta di un singolo elettore è impossibile».

Sì, ma poi cosa succede?

«Alle 23 di domenica, le chiavette Usb con i dati verranno portate in comune: da lì i dati saranno trasmessi in Regione. Il tempo per l'operazione è minimo, nessuno può intervenire da fuori. E in ogni caso il data center finale può solo ricevere e si aggiorna ogni due minuti. Dunque: nessun pericolo. Il vero pericolo per la democrazia è altro»

Quale?

«Il voto online».

Ogni riferimento...

«Guardi: non mi permetto di entrare in politica. Però da tecnico dico che il riconoscimento della persona è determinante. Ed anche il controllo della connessione».

Si può replicare il sistema per un'elezione nazionale?

«Certo, lo facciamo già. Ma ci sono due problemi da risolvere: la riconoscibilità attraverso la biometria, e qui serve un intervento legislativo; e la complicazione del sistema con cui si vota, tra liste incrociate e voti disgiunti».

Dunque la vede dura.

«Basta volerlo. Le nostre macchine sono già state usate in Venezuela, dove abbiamo anche contestato l'esito dichiarato dal governo. E poi in Pakistan, Filippine, Uganda, Sierra Leone, Nigeria. Terzo Mondo?».

Il Terzo Mondo siamo noi...

«Non siamo soli: se è vero che in Illinois Obama ha votato con il nostro sistema, ci sono stati americani ancora ancorati a schede vecchia maniera. Anche qui il Veneto ha fatto un'altra scelta, ma so che ci sono altre Regioni che stanno discutendo di fare il referendum. E di farlo elettronicamente».

Un consiglio?

«Lo do ai cittadini come me: io spero

che il voto tecnologico sia un antidoto alla disaffezione per le urne, se non altro per l'iniziale curiosità. Non andare a votare ci toglie l'unico vero diritto che abbiamo: poterci poi lamentare al bar con i nostri amici».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica