«Sbagliato pensare che si tratti di un pranzo triste»

Lo stile di vita vegetariano nell'alimentazione ha innescato polemiche e generato dubbi. A chiarirli è Stefano Cagno, dirigente medico ospedaliero dell'Azienda di Desio e Vimercate, attento ai problemi legati alla nutrizione e strenuo difensore dei diritti degli animali.

Si è parlato in molti modi degli effetti di una dieta veg sulla salute. Allarmi fondati...

«Le parole di oggi sono le stesse di trent'anni fa. L'accusa? Carenze proteiche per la diversa distribuzione degli aminoacidi essenziali. Per fare un esempio, se la proteina è il treno, gli aminoacidi sono le carrozze e siccome la carne contiene tutti i vagoni è un ottimo convoglio. Teoria errata, o solo in parte giusta, perché pure la soia contiene tutti gli aminoacidi, quindi, anche senza cibarsi di carne, si possono avere tutti gli apporti».

A questo punto siamo già alle prese con i primi menu.

«Molti trascurano che quello vegetariano è un pasto combinato. È vero che i fagioli non hanno tutti gli aminoacidi, ma se mangiamo pasta e fagioli colmiamo le lacune. E i composti naturali al nostro organismo si completano».

Quale consiglio può dare in tema di dieta.

«È veramente difficile perché ognuno ha propri gusti, quindi scendere nel dettaglio avrebbe poco senso. Il suggerimento più utile ritengo sia quello di costruirsi menu variati. Il più possibile. Verdure. Frutta. Pasta. Formaggi, se piacciono. Talvolta combinando elementi o ingredienti. Guai limitarsi. Sarebbe un grave errore».

Piatto ricco, mi ci ficco, quindi...

«Esatto. È un errore pensare che i vegetariani mangino poche cose e che i loro pranzi siano molto tristi. Anche chi rispetta gli animali ha il piacere della buona tavola. È un nuovo modo di cucinare e mangiare. Con ricette nuove e gustose - la casa editrice Sonda, per esempio, ne ha stampate una biblioteca intera - prepararle è un piacere e una novità. Mangiarle arricchisce».

In che senso si trarranno i benefici...

«Al di là del valore filosofico del discorso, mangiando la carne di un animale si mangia l'ultimo accumulatore della catena alimentare. Quindi, oltre a una sostanza tutt'altro che genuina e perfetta, si recepisce tutto ciò che di chimico e alchemico è stato somministrato a mucche, vitelli e altri. Facendo un passo indietro in questa catena, si rischia meno e la possibilità di assumere composti tossici si abbassa. La chiamo “Politica della riduzione del danno”. La nostra quotidianità ci espone a pericoli inevitabili. È inquinata l'aria che respiriamo. Non sappiamo con quali sostanze sono state fatte crescere certe piante. O che cosa è stato dato da mangiare in certi allevamenti».

E allora come possiamo uscire da questo scacco...

«Facendo attenzione a circoscrivere i rischi. Respirando smog, più si fuma, più si corre il pericolo di ammalarsi. Attenzione, ho detto “Si corre il pericolo” non “Certamente ci ammaleremo“. Mangiando carne di animali assumeremo tutti i veleni possibili che, in minima quantità, non fanno nulla, ma nel tempo provocano mille complicazioni. Cibandoci di verdura e frutta bellisima, mangeremo una parte di additivi agricoli. Mettendo invece nel piatto prodotti biologici, spenderemo qualche euro in più, avremo pezzi più brutti a vedersi ma più saporiti e soprattutto per nulla gonfiati. Quindi benefici».

Quali vantaggi ne trarrà la nostra salute...

«La dieta vegetariana preserva dalla demenza senile e dal cancro perché l'eccesso di proteine stimola la formazione di cellule cancerogene. È dimostrato. In caso di attività sportiva si avrà uguale dispendio di energie, ma tempi di recupero abbreviati».

E le case farmaceutiche venderanno meno medicine.

«È la

conseguenza. Non diventeremo immortali, ma ci ammaleremo meno e vivremo meglio. Il contrario di quello che ci è sempre stato detto, ossia che da vegetariani si vive male. Semplicemente si daranno meno soldi al farmacista».

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