Scala: dopo 90 anni ritorna in scena la Cena delle Beffe

Un incrocio di citazioni fra cinema e letteratura. Il regista Mario Martone ambienta il dramma a New York

Piera Anna FraniniDa dicembre ai laboratori della Scala, l'ex-Ansaldo, si sta lavorando come a Cinecittà. Lì è nato Gangs of New York di Scorsese, con una NY strepitosamente verosimile disegnata dal nostro Dante Ferretti. La Scala porta alla ribalta la Little Italy anni Venti. Accade con l'opera La cena delle beffe di Umberto Giordano, attesa dal 3 aprile al 7 maggio, dopo un'assenza di 90 anni. Venne infatti tenuta a battesimo dal Arturo Toscanini proprio alla Scala, nel 1924 e qui ripresa nel 1926. Poi nulla. Niente Cena.Si preannuncia intrigante questa nuova produzione che promette scorci della Grande Mela degli anni ruggenti, anziché quelli della Firenze medicea. La firma il regista Mario Martone che, con la scenografa Margherita Palli ha scartabellato fra gli archivi fotografici di New York e pellicole iconiche come Il Padrino, Goodfellas, Era mio padre, La donna che visse due volte. Tutti film puntualmente citati.Vedrete un edificio newyorchese di tre piani, alto 9 metri (impossibile montarlo nella sua interezza all'Ex Ansaldo) e del peso di 26mila chili. È stato ricostruito fedelmente, dunque non mancheranno le scalette antincendio. Si parte dal ristorante a livello strada, con tanto di cantina sotterranea, al primo piano la stanza di Ginevra. Le scene muteranno a vista. Perché lo spettacolo non deve fermarsi.Dirige Carlo Rizzi. Nel cast, Marco Berti - alla Scala in Pagliacci - nei panni, veramente ostici, di Giannetto Malespini. Kristin Lewis (Aida nella passata stagione) sarà Ginevra. Il baritono Nicola Alaimo sarà Neri e torna dopo i successi di Falstaff con Daniele Gatti. Un cantante in ascesa, lo aspetta L'italiana in Algeri al Metropolitan con James Levine.Per La cena delle beffe, Sem Benelli attinge direttamente a un suo poema drammatico di successo, piaciuto al punto da richiamare l'attenzione di Sarah Bernhardt che fu Giannetto Malespini en travesti. Forse, La cena alberga fra i vostri ricordi nella versione cinematografica di Alessandro Blasetti con Amedeo Nazzari (proiettata alla Scala il giorno della prima, il 3 aprile, alle 11) e in quella teatrale di Carmelo Bene e Gigi Proietti, alla Pergola di Firenze.Dopo tanto silenzio, ora riflettori accesi su questo lavoro. Proseguono gli appuntamenti di approfondimento. Giovedì alle 18 Mario Martone incontra il pubblico della Cineteca di Milano allo Spazio Oberdan. Un appuntamento che apre il ciclo di proiezioni dedicato al lavoro di Martone tra teatro e cinema. Alla Cineteca, dall'11 aprile all'1 maggio, saranno esposti materiali iconografici della Cena delle beffe, dalla prima scaligera del 24 a oggi. Così come il 7 aprile, alle 11.30 alla Nuova Accademia di Belle Arti, di via Darwin, Margherita Palli spiega come si costruisce una scenografia, dall'idea iniziale alla realizzazione vera e propria.La vicenda della Cena è diabolica. Contrassegnata da rancori, bullismo goliardico, torbidi risvolti sessuali. Lorenzo il Magnifico vuol riappacificare tavola Giannetto Malespini e i fratelli Chiaramantesi, Neri e Gabriello.

Giannetto è stato beffato, la sua amata Ginevra è stata sottratta da Neri e vuole vendicarsi. Iniziano scambi di persona. Si simulano pazzie. Si seduce e si abbandona. Alla fine si uccide. Il sipario cala su una beffa crudele: lo scambio di persone porta a un fratricidio.

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